Il vicecomandante del Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC), Hossein Salami, in un discorso fatto lo scorso novembre ha ammesso che l’Iran ha un esercito di miliziani in Siria pronto ad attaccare Israele.
E’ stato l’Istituto di ricerca sui media in Medio Oriente (MEMRI) a scoprirlo e a rivelarlo pubblicando un video inequivocabile.
L’alto ufficiale iraniano ha detto che ci sono libanesi, iracheni, afghani, pakistani, iraniani e yemeniti in Siria, e che è stato formato “l’esercito islamico unito” con lo scopo di annientare i malfattori (Israele n.d.r.).
Hossein Salami ha detto che «i sionisti sanno che ogni nuova guerra che iniziano non sarebbe solo in Libano e che porterebbe all’annientamento di Israele» aggiungendo poi che «che la base di potere della rivoluzione islamica si è espansa dal Mediterraneo orientale al nord del Mar Rosso e che il mondo islamico si sta formando come base per una nuova civiltà».
«La portata della nostra abilità missilistica è cresciuta. Ovviamente, questa non è la nostra unica capacità, ma è quella che il nostro nemico teme», ha poi affermato.
Nel discorso di Hossein Salami, purtroppo scoperto solo ora, si possono notare due cose importantissime. La prima è che gli iraniani ammettono esplicitamente di avere un esercito di miliziani stranieri stanziato in Siria e che il suo compito è quello di attaccare Israele (il cosiddetto esercito islamico unito).
La seconda cosa è il riferimento (nemmeno troppo velato) alla espansione della rivoluzione islamica verso il Mediterraneo, un fattore questo che dovrebbe preoccupare l’occidente e in particolare l’Europa perché denota come gli iraniani siano ligi ai dettami degli Ayatollah che vedono l’espansione della rivoluzione islamica (leggi espansione dell’islam) come un obbligo prima ancora che come un obiettivo.