Il sempre attento Marco Travaglio oggi, dalle pagine del “Il Fatto Quotidiano”, ci fa sapere dell’ennesima legge ad hoc studiata da questo esecutivo, il Decreto Legge 15.3.2010 n.66 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’8 maggio scorso con il titolo “Codice dell’Ordinamento Militare”.
Che c’è di male, direte voi? E, soprattutto, cosa c’entrano la Lega e i pasdaran della secessione? E’ presto detto. Il Decreto Legge, che comprende ben 1085 norme, tra le mille e più normative ne nasconde una che definire gravissima è puro eufemismo, la numero 297, la quale abolisce il DL 14.2.1948 n.43 cioè abolisce di fatto la “costituzione di banda armata di tipo politico”, ovvero quella norma che diceva “è punito con il carcere da 1 a 10 anni chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici e si organizzano per compiere azioni di violenza o minaccia”. Di fatto viene abolita la “costituzione di banda armata di tipo politico”.
Ora, in un momento in cui tutta la politica è concorde con il fatto che ci sia un pericoloso ritorno alla lotta armata, quando i servizi segreti lanciano allarmi su “gruppi armati di tipo politico” e quando sullo sfondo si intravede un ritorno delle logge massoniche clandestine, abolire una legge del genere ci sembra francamente una assurdità senza alcuna motivazione plausibile. Eppure una motivazione c’è.
E’ sempre l’ottimo Travaglio a farci notare che c’è un processo di cui nessuno parla mai ma che, dopo ben 14 anni, è arrivato quasi al capolinea, quello che si svolge a Verona contro la “Guardia Nazionale Padana” che vede imputati diversi politici leghisti e che fino a poco tempo fa vedeva imputati anche Bossi, Maroni, Borghezio, Speroni e altri alti dirigenti leghisti. L’accusa, guarda caso, è proprio quella di “costituzione di banda armata di tipo politico” oltre a quello di “attentato alla Costituzione” e “attentato all’unità e all’integrità dello Stato”. I fatti, che risalgono al 1996, riguardano la costituzione della famigerata “Guardia Nazionale Padana”, un agglomerato di secessionisti con tanto di divisa ufficiale che nelle intercettazioni telefoniche parlavano tranquillamente di armi e depositi segreti di armi in “padania”. Ebbene, con questa trovata dell’abolizione del DL 14.2.1948 n.43, quel processo con imputazioni così gravi va praticamente a farsi friggere e i “guardiani della rivoluzione padana” potranno tornare tranquillamente a organizzare la loro rivoluzione armata sicuri che nessuno gli potrà imputare di alcun reato. Insomma, dopo le leggi “ad personam” dopo le leggi “ad aziendam” finalmente anche una legge “ad legam”.
Se la cosa non fosse così grave ci sarebbe da ridere. Invece c’è ben poco da ridere, soprattutto perché il Capo dello Stato ha già apposto la propria firma sul Decreto Legge e nessuno, da qualsiasi parte politica si guardi, ha detto una sola parolina in merito. E’ davvero scandaloso, forse non se ne sono accorti. In compenso se ne sono accorti ieri i giudici di Verona quando, tra lo stupore generale, l’avvocato difensore dei leghisti ha fatto notare che il reato più grave (l’unico rimasto in piedi) contro i suoi assistiti, quello cioè di “costituzione di banda armata con scopi politici” dal prossimo 8 ottobre non sarebbe stato più un reato per cui era perfettamente inutile andare avanti con il processo.
Io non so quale sia esattamente la procedura per bloccare questa legge. Non so nemmeno se esiste o se si faccia in tempo a farlo, ma mi sembra quantomeno doveroso che qualcuno faccia qualcosa per bloccare questa assurdità. Diversamente dall’8 ottobre chiunque potrà costituire una “banda armata con finalità politiche” e, visti i tempi, non mi sembra davvero il caso.
Bianca B.