Israele, i media e i mulini a vento

Cercare di spiegare le ragioni di Israele è come combattere contro i mulini a vento. Tu spieghi pazientemente, racconti, porti prove a supporto di quello che dici, dimostri numeri alla mano il doppio standard usato con lo Stato Ebraico in ogni sede internazionale ma è tutto inutile.

Faccio un esempio terra a terra: qualche settimana fa il dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, con la scusa della sicurezza della Turchia ordinava l’invasione della regione di Afrin, nel Kurdistan siriano. Non è né una azione preventiva né difensiva, è semplicemente una invasione militare che in pochi giorni provoca migliaia di morti e decine di migliaia di sfollati in una regione in guerra ormai da quasi otto anni. Oltre tremila morti che non interessano a nessuno. Poche righe sui “giornaloni”, pochi minuti di servizi televisivi, nessuna protesta dall’Europa né dall’Onu e questo nonostante i curdi attaccati da Erdogan erano stati gli unici a combattere e sconfiggere lo Stato Islamico liberando un villaggio dietro l’altro.

Ora volgiamo lo sguardo a quanto successo i giorni scorsi lungo il confine tra Israele e la Striscia di Gaza. E’ bastato che Israele si difendesse legittimamente da quello che era a tutti gli effetti un attacco al suo territorio, organizzato e portato avanti dai terroristi Hamas, per far scatenare il finimondo. Sessanta morti di cui, per stessa ammissione di Hamas, almeno 50 erano terroristi e il mondo ha parlato di “carneficina”. Titoli cubitali sui giornali e servizi televisivi a ripetizione. Lo avete visto fare per la carneficina (vera) di Erdogan contro i curdi? Naturalmente no.

Intendiamoci, non è una novità né la mia vuole essere una lagnanza. E’ la semplice constatazione di un dato di fatto che ciclicamente si ripete ogniqualvolta ci sia di mezzo Israele.

Non ci sono ragioni che tengano, nessuno guarda con occhio imparziale ai dati di fatto, la missione è attaccare Israele perché attaccare lo Stato Ebraico porta lettori, fa audience in TV e porta persino voti.

Il problema non è il comportamento di Israele ma la sua stessa esistenza

Il problema non è quindi il comportamento di Israele, le sue ragioni giuste o sbagliate che siano, nemmeno ci perdono tempo ad analizzarle le ragioni. Tutto diventa un enorme attacco allo Stato Ebraico, un tentativo di delegittimazione che prescinde dalle ragioni o dal Diritto Internazionale il quale prevede che uno Stato ha il dovere oltre che al Diritto di difendere i propri confini. No, di tutto questo nessuno se ne interessa. Anzi, fanno passare il messaggio infido e pericoloso oltre che mendace che i terroristi di Hamas hanno tutto il Diritto di attaccare Israele in quanto “Stato usurpatore”.

Stato usurpatore e colonialista, è questo il mantra ripetuto ovunque. Secondo questa gente Israele non ha il Diritto di esistere, non ha il Diritto di stare dov’è e quindi i terroristi hanno tutto il Diritto di attaccarlo, anzi, ne hanno il dovere quasi che fossero dei moderni partigiani.

Contro questa gente non ci puoi fare niente, non puoi star li a spiegare che Israele non solo ha il Diritto ad esistere ma ha anche il dovere di difendersi. E’ come andare contro i mulini a vento. Non serve spiegare che se i palestinesi non hanno una patria la colpa è dei loro leader che non l’hanno mai voluta e non degli israeliani. Non serve spiegare che se solo i leader palestinesi avessero speso un centesimo dei soldi ricevuti da tutto il mondo per lo sviluppo invece che intascarli o spenderli per le armi a quest’ora la Palestina sarebbe un altro Israele invece che un paese del terzo mondo.

Puoi stare ore e ore a spiegare tutte queste cose e non servirà assolutamente a nulla perché le tue ragioni, quelle di Israele, non contano nulla di fronte all’odio antisemita, non contano nulla di fronte all’idea che Israele non dovrebbe proprio esistere.

Ammiro moltissimo coloro che sui social conducono una battaglia quotidiana contro questi mulini a vento, che cercano con la ragione di spiegare come stanno realmente le cose. Ma non serve a nulla. E’ tutto tempo perso.

Qualcuno dice che Israele non dovrebbe dare a queste persone la possibilità di attaccarlo, che dovrebbe essere “più prudente”. E come? Lasciando che migliaia di scalmanati entrino nel suo territorio con l’intendo di uccidere o rapire cittadini e militari israeliani? Non credo proprio.

E allora l’unica cosa che rimane da fare è mandare al diavolo gli odiatori, infischiarsene dei mulini a vento sordi ad ogni ragione e andare avanti per la propria strada. Non serve più continuare a spiegare le ragioni, un odiatore non lo porti alla ragione argomentando.

Israele faccia quello che sa fare meglio di chiunque altro: difendere i propri cittadini dalle minacce che incombono su di loro da ogni parte. E al diavolo i mulini a vento.