Si è svolta ieri a Tel Aviv una manifestazione pro Palestina organizzata da alcune Ong e partiti della sinistra israeliana. I manifestanti, circa 5000, chiedevano al Governo israeliano di accettare la proposta del Presidente Americano di ritirarsi entro i confini del 1967 e di riconoscere lo Stato palestinese.
Il corteo si è diretto verso il Tel Aviv Museum of Art dove alcuni attivisti di Meretz, Peace Now e Sheikh Jarrah Solidarity Movement ai quali si sono aggiunti alcuni appartenenti di Kadima, hanno parlato a favore del riconoscimento di uno stato palestinese affermando che “uno Stato palestinese è un bene per Israele”.
Lungo il percorso diversi cittadini hanno urlato contro i manifestanti etichettandoli come “traditori” e diverse bandiere israeliane sono state esposte da attivisti di destra. Tuttavia non si registrano scontri salvo due attivisti pro palestinesi che hanno preso a botte un poliziotto e per questo sono stati arrestati.
Questa è l’ennesima prova di cosa voglia dire vivere in uno Stato democratico com’è Israele. Un manifestazione del genere, chiaramente a ruoli invertiti, non sarebbe stata possibile in nessuno degli Stati arabi. Provate a organizzare qualcosa del genere in uno stato arabo per chiedere il riconoscimento dello Stato ebraico per vedere cosa succede. Eppure, a rimarcare la differenza che c’è tra una democrazia compiuta e un regime islamico, in Israele anche questo è possibile.
Secondo Protocollo Israel