Prima la ClearSky Cyber Security poi addirittura la Reuters, nel giro di un paio di giorni sono due le importanti fonti che denunciano come l’Iran stia diffondendo disinformazione a livello globale attraverso una vasta rete di siti web.
La ClearSky Cyber Security Ltd è una Startup israeliana che si occupa di intelligence e due giorni fa ha pubblicato un rapporto nel quale dichiara di aver scoperto un infrastruttura globale per la distribuzione di notizie false composta da almeno 98 falsi canali di comunicazione che promuovono interessi iraniani, ciascuna dotata di un proprio sito Web e di account sui social media.
Secondo il rapporto della ClearSky Cyber Security la rete di disinformazione iraniana è presente in 28 paesi, compresa l’America Latina e l’Europa, e opera in 29 lingue. Questa infrastruttura utilizza molteplici tecniche di disinformazione e propaganda. Molti dei siti Web sono fraudolenti e copiano o rubano in modo clamoroso i contenuti dei legittimi media in tutto il mondo adattandolo alla propaganda iraniana.
Ben più corposo e dettagliato è il rapporto pubblicato due giorni fa dalla Reuters secondo il quale una rete di almeno 70 siti web che fanno capo all’Iran sarebbe riuscita non solo a diffondere notizie false ad uso e consumo della propaganda iraniana, a sarebbe addirittura riuscita a ingannare Paesi come l’Egitto dove il controllo della informazione è capillare.
Nel rapporto intitolato “come l’Iran diffonde disinformazione in tutto il mondo” vengono indicati non solo diversi siti web fraudolenti ma anche i sistemi adottati per apparire “fonti di notizie affidabili”, compreso spacciarsi per agenzie di stampa ufficiali.
Il web come arma
Nel rimandarvi alla lettura dei due rapporti (i link li trovate nei paragrafi precedenti) non possiamo fare a meno di constatare come ormai la pratica della disinformazione via web sia diventata una potentissima arma politica in grado di condizionare ampie sacche di popolazione. Lo abbiamo già visto in occasione di importanti appuntamenti elettorali come il referendum per la Brexit, le elezioni americane e probabilmente anche in diverse elezioni europee comprese quelle in Italia.
Tuttavia la rete di disinformazione iraniana ha degli obiettivi diversi rispetto a quelle viste all’opera in occasione dei vari appuntamenti elettorali. Gli iraniani si prefiggono chiaramente l’obiettivo di aumentare il sentimento antisemita nel mondo. Anche se prendono di mira tutti i nemici dell’Iran, a partire dagli USA e dall’Arabia Saudita, a nostro parere la diffusione dell’antisemitismo rimane l’obiettivo primario di questa ampia rete di disinformazione iraniana.
Non è un fattore da sottovalutare specie in un momento in cui proprio l’antisemitismo riemerge in maniera prepotente in tutto il mondo, soprattutto in occidente.
Una commissione di inchiesta europea
Noi riteniamo che le notizie diffuse dalla ClearSky Cyber Security e dalla Reuter non possano e non debbano essere sottovalutate dagli organismi europei specie per quanto riguarda l’odio antisemita che diffonde questa rete di disinformazione iraniana. Per questo ci siamo immediatamente attivati per chiedere che l’Unione Europea indaghi a fondo su questa importante rete di siti web che diffondono antisemitismo e alimentano l’odio razziale. Lo si è fatto con la Russia e riteniamo che sia giusto farlo anche con l’Iran senza farsi condizionare dal business europeo con Teheran.
Ormai la disinformazione via web è diventata una potentissima arma politica che va combattuta con ogni mezzo.