Sud Sudan: tensione alle stelle. Il quadro della situazione a pochi giorni dal referendum

Più si avvicina l’ora fatidica della secessione, più aumenta la tensione in Sud Sudan. A pochi giorni dal referendum per l’autodeterminazione del Sudan Meridionale che si terrà il prossimo 9 gennaio 2011, aumenta la pressione sul popolo sud-sudanese da parte di importanti elementi del Governo sudanese e di alcuni Stati arabi che vedono nella secessione del sud una minaccia verso i loro interessi.

L’ultima in ordine di tempo è la provocatoria richiesta di alcuni importanti religiosi sudanesi di applicare la Sharia (la legge islamica) in tutto il Paese, compreso il Sud Sudan. Già nei giorni scorsi il dittatore sudanese, Al Bashir, aveva detto che se il Sudan Meridionale avesse deciso per la secessione, nel restante territorio sudanese (compresa la regione di Abyei) si sarebbe tornati alla legge islamica andando quindi contro la nuova Costituzione sudanese che invece prevede il pluralismo religioso. Quella dei religiosi islamici è quindi una proposta ancora più provocatoria di quella di Bashir, una proposta che mira proprio ad innalzare la tensione.

Ma le tensioni in Sudan non si limitano solo a questo. Nei giorni scorsi i militari sud-sudanesi (SPLA) si sono scontrati duramente con un gruppo ribelle legato all’ex generale George Athor che si oppone al Governo Provvisorio del Sudan People Liberation Movement (SPLM). Sul terreno sono rimasti almeno 12 morti. Scontri vengono segnati anche nella regione North Bahr al Ghazal tra esercito sudanese e SPLA che accusa l’esercito di Khartoum di sconfinare e di bombardare i villaggi con gli aerei. Attacchi del Lord’s Resistence Army (LRA), i ribelli ugandesi guidati da Joseph Kony e finanziati da Khartoum, vengono segnalati nelle regioni di West Bahr al Ghazal e in West Equatoria. L’esercito sud-sudanese è costretto a ridispiegare le proprie truppe dai confini con il nord su queste regioni per proteggere la popolazione. Un nutrito gruppo di ribelli ugandesi del LRA è stato segnalato nei pressi della città congolese di Aba, a due passi dal confine con il Sudan Meridionale (regione di Bahr al Jabal). Si teme che possano sconfinare per portare attacchi nella regione. Numerosi scontri tra Missiriyah (popolazioni arabe) e Ngok Dinka (popolazioni africane) vengono segnalati nella regione di Abyei la quale sta vivendo un momento molto particolare e di cui parleremo diffusamente i prossimi giorni. Altri scontri vengono segnalati nella regione di Upper Nile tra militari sudanesi e gruppi ribelli legati a Khartoum.

Come si può vedere da questa rapida panoramica la situazione non è affatto tranquilla. A peggiorare la situazione ci si è messo anche il Governo egiziano preoccupato dalla futura politica energetica del Sud Sudan che prevede la costruzione di diverse centrali idroelettriche lungo il corso del Nilo Bianco e di altri affluenti del Nilo. Al Cairo hanno reagito violentemente alla notizia che nei giorni scorsi il Presidente del Sudan Meridionale, Salva Kiir, si è incontrato con il Presidente ugandese, Yoweri Museveni, per discutere sulle future politiche energetiche dei due Paesi, politiche che prevedono appunto la costruzione di diverse centrali idroelettriche. L’Egitto teme una drastica riduzione dell’afflusso delle acque del Nilo verso la terra dei faraoni. Per questo sta facendo di tutto per convincere la Lega Araba a contrastare con più vigore la secessione del Sudan Meridionale.

Nei prossimi giorni continueremo a seguire con molta attenzione l’evolversi della situazione in Sud Sudan, una situazione che cambia ora dopo ora e che potrebbe portare ad un nuovo conflitto armato tra Nord e Sud Sudan e dove anche i piccoli episodi, spesso trascurati o ignorati dalla “grande stampa” possono fare la differenza tra pace e guerra.

Claudia Colombo

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