Fine anno è come sempre tempo di bilanci anche se a dire il vero oggi, con il mondo che va a velocità supersonica, i bilanci si fanno quasi quotidianamente seguendo le azioni che si fanno ogni giorno. Tuttavia mi sembra giusto fare un bilancio complessivo delle nostre attività e anche annunciare quelli che saranno alcuni cambiamenti importanti in seno a Secondo Protocollo.
Nel 2011 siamo stati particolarmente attenti alle vicende del Medio Oriente, dell’Africa sub-sahariana e immancabilmente abbiamo seguito l’evolversi delle rivoluzioni islamiche (mi perdoneranno i filo-arabi se non le chiamo “primavere arabe”). Non abbiamo altresì trascurato il settore degli italiani detenuti all’estero anche se, a dire il vero, abbiamo sensibilmente diminuito i casi seguiti per una precisa scelta della direzione.
Proprio dagli italiani detenuti all’estero voglio partire. Come detto abbiamo diminuito sensibilmente il numero dei casi seguiti preferendo scegliere quelli più complessi. Nel 2011 abbiamo seguito con alterne fortune 311 casi di italiani detenuti all’estero di cui molti sono ancora in piedi. L’alto numero dei casi unito alla indisponibilità del sottoscritto per molti mesi (è un settore che seguo personalmente insieme ad un’altra persona dello staff) a causa di una malattia che mi affligge, ci hanno costretti a interrompere quasi totalmente la presa in carico di nuovi casi preferendo prenderne pochi (sei negli ultimi due mesi) ma di particolare gravità.
In Africa abbiamo seguito in modo particolare le vicende del Sud Sudan e della Repubblica Democratica del Congo. Proprio in merito alla RD Congo abbiamo presentato alle Nazioni Unite la nostra proposta di certificazione della provenienza del Coltan sulla falsariga del Protocollo di Kimberley per i diamanti (la potete scaricare qui) ed emesso due rapporti dedicati al coltan e ai diamanti (trovate tutto nel modulo “download” a sinistra). In collaborazione con un gruppo di associazioni ci siamo impegnati in una campagna contro lo sfruttamento delle risorse in Congo (qui il comunicato). In Sud Sudan abbiamo iniziato una proficua collaborazione con alcune ONG e con alcuni organismi internazionali che nel 2012 porteranno alla implementazione di alcuni progetti studiati da noi. Abbiamo partecipato fattivamente al censimento pre-elettorale e seguito le elezioni che hanno sancito la separazione del Sud Sudan dal Sudan monitorando insieme ad altre associazioni il corretto svolgimento delle stesse.
Il settore dove la nostra associazione è stata senza dubbio più attiva è quello medio-orientale. Sul nostro schieramento a favore di Israele credo ci siano pochi dubbi. Siamo fermamente convinti che Israele sia sotto attacco (mediatico e fisico) e per questo ci siamo attivati in ogni modo possibile per fare una corretta informazione (troppo spesso sbilanciata a favore dei nemici di Israele) e per difendere il Diritto dello Stato Ebraico ad esistere. Per farlo ci siamo avvalsi della collaborazione di alcune persone italo-israeliane residenti in Israele dove abbiamo aperto anche una piccola dipendenza a Tel Aviv munita di tutti i mezzi di comunicazione (telefono, fax, linea internet ecc. ecc.) necessari a fornire una tempestiva informazione sui fatti che avvengono in Israele e nei territori arabi. Su questo settore siamo molto schierati, non lo nego, ma è una scelta precisa che continuerà a dispetto dei denigratori e dei tantissimi nemici di Israele.
Per quanto riguarda i progetti implementati e/o iniziati nel 2011 voglio ricordare in particolare il “progetto Free Italian Press”, un progetto nato quando sembrava che ci fosse la volontà del Governo Berlusconi di limitare la libertà di stampa e poi progredito su altre strade diventando a tutti gli effetti il Magazine di Secondo Protocollo (qui il sito). Sempre nel settore delle comunicazioni (a noi particolarmente caro) abbiamo implementato il progetto “Rights Monitoring” (qui il sito) per garantire anche una informazione di carattere internazionale. Di recente abbiamo cambiato il look a tutti i siti internet ottimizzandoli ai nuovi dispositivi (qui il comunicato). Stiamo implementando (con enormi difficoltà oggettive) un progetto per portare aiuti umanitari alle popolazioni del Kurdistan che doveva partire a dicembre ma che partirà a gennaio. Infine stiamo implementando un progetto in Africa, il “progetto Haven” (insieme a diverse ONG) per limitare il fenomeno del “land grabbing”. Infine abbiamo fatto una ricerca sulla situazione delle donne islamiche in Italia che verrà pubblicato i primissimi giorni di gennaio e del quale abbiamo dato una piccola anticipazione pochi giorni fa (qui l‘articolo).
Cosa faremo nel 2012?
Naturalmente continueremo a rimanere fortemente attivi in Medio Oriente dove potenzieremo ulteriormente i mezzi a disposizioni dei collaboratori locali e dove seguiremo con più attenzione gli avvenimenti. Continueremo a collaborare attivamente con la dissidenza iraniana (ma non con il PMOI per varie ragioni che non starò a spiegare adesso). Free Italian Press diventerà a breve un vero e proprio giornale online registrato (per ora non lo è ed è implementato solo da volontari). In Africa aumenteremo gli sforzi per il contrasto dello sfruttamento illecito delle risorse in Congo (abbiamo un piano preciso) e inizieremo alcuni progetti di sviluppo in Sud Sudan. Riprenderemo anche il vecchio progetto per la riduzione del digital divide in Africa attraverso la diffusione di software open source. Per quanto riguarda il settore degli italiani detenuti all’estero, come detto saremo costretti a limitare la presa in carico di nuovi casi dando la precedenza solo a quelli più gravi e complessi. Infine inizieremo una campagna di sensibilizzazione sui Diritti dei malati di Sclerosi Multipla così come spiegato in questo articolo. Per il resto continueremo nella normale attività svolta fino ad oggi con possibili mutamenti dell’ultimo minuto (a seconda di come andranno le cose nel mondo).
Scusandomi se sono stato troppo lungo (ho cercato di essere sintetico al massimo) voglio augurare a tutti un felice anno nuovo e una vita piena di soddisfazioni.
Franco Londei, Presidente di Secondo Protocollo