Finirò i miei giorni in Israele. E’ una promessa che ho fatto a me stesso tanto tempo fa e che sono ben deciso a mantenere (salvo che non mi prenda un colpo all’improvviso). Anche per questo motivo (ma non solo) guardo a Gerusalemme con attenzione e mi interessa quanto avviene da quelle parti.

Ho da sempre un amore viscerale per Israele e per il suo popolo. Pur non essendo ebreo le tradizioni ebraiche mi intrigano, ma soprattutto amo quella loro tenacia che gli ha portati prima a sopravvivere e poi a formare uno degli Stati più moderni e democratici del mondo, nonostante abbiano contro i due terzi del globo. E’ questo mio amore che mi porta ad essere profondamente preoccupato per questo nuovo anno che si apre con nuove minacce verso Israele. Mi scuseranno gli amici ebrei se calcolo l’anno con il metodo occidentale (il capodanno ebraico è stato – se non sbaglio – lo scorso 29 settembre e dovrebbe essere  iniziato l’anno 5772) ma mi rimane più semplice anche perché non ci ho mai capito un gran che su come vengono calcolati gli anni dal calendario ebraico.

Dicevo delle nuove minacce contro Israele….in realtà sono sempre le stesse ma quest’anno assumono un valore particolare e, se vogliamo, diverso. Il 2012 sarà l’anno fondamentale per sapere se l’Iran si doterà o meno della bomba atomica, una minaccia mortale per Israele. Sarà l’anno in cui i governanti israeliani dovranno prendere giocoforza decisioni difficilissime in merito al fatto se fare qualcosa per impedire a Teheran di avere la bomba nucleare o rimanere alla finestra aspettando che sia il mondo (con le sanzioni) a impedire questo. Fino ad oggi le sanzioni non hanno rallentato il programma nucleare iraniano, questo è un dato di fatto, quindi personalmente non credo che ulteriori sanzioni servano a qualcosa se non a rendere ancora più difficile la vita dell’iraniano comune. Personalmente, lo ammetto, sono un interventista. Sono per un bombardamento mirato alle centrali nucleari iraniane che non coinvolga la popolazione civile anche se so che sarà difficilissimo non fosse altro che per il rischio della ricaduta radioattiva che deriverebbe dalla distruzione delle centrali. Però non si può permettere all’Iran di avere la bomba, su questo non ci sono dubbi.

L’anno appena iniziato sarà importante per Israele anche su altri due fronti, quello di Hamas e quello di Hezbollah. Con i terroristi palestinesi (Hamas) occorre prendere una decisione definitiva. O si attende che si trasformino in un movimento politico non violento, cosa che reputo impossibile o comunque assai improbabile, oppure si agisce come se fossero nemici e quindi si rendono inoffensivi. Come con l’Iran non c’è scelta. Non si può accettare che la popolazione del sud di Israele (milioni di persone) viva sotto la costante minaccia dei missili da Gaza. Prima o poi questa cosa bisognerà risolverla. Con Hezbollah il discorso è un tantino più complesso. Non possiamo prendere come riferimento la guerra del 2006 perché da allora i terroristi sciiti si sono notevolmente rafforzati e riarmati a dispetto della presenza (o grazie alla presenza) di UNIFIL nell’area. Quindi anche pensare ad un conflitto su larga scala è al momento fuori da ogni logica. Tuttavia è ben chiaro a tutti che Hezbollah rimane la minaccia più concreta e credibile alla sovranità di Israele e quindi il nemico (nell’area) più temibile. Per questo motivo credo che i governanti israeliani dovranno prima o poi prendere in considerazione il fatto che anche questa temibilissima minaccia debba essere estirpata. Poi non si sa bene come reagirà Hezbollah in caso di attacco all’Iran. Il gruppo terrorista sciita è legato a doppio filo agli Ayatollah e più volte hanno dichiarato che in caso di bombardamento delle centrali iraniane avrebbero attaccato Israele. Non so quanto sia credibile questa minaccia, anche loro hanno i loro problemi a pensare di iniziare una guerra su larga scala con Israele. Tuttavia il rischio che ciò avvenga è molto concreto. Anche in questo caso, quindi, le opzioni in mano al Governo israeliano sono davvero poche. O si rende inoffensivo Hezbollah prima di un eventuale attacco all’Iran o si spera che non diano corso alle minacce e nel frattempo si predispone una accurata difesa del territorio israeliano.

Come vedete i nemici di Israele sono sempre gli stessi con la differenza che il tempo sta per scadere e che più si va avanti e più si avvicina per il Governo israeliano il tempo delle scelte difficili. Ecco perché parlo di un anno pieno di incognite. A dire il vero i pericoli per Israele sono di più, ma non mi basterebbe un libro per elencarli per cui mi fermo a quelli più “imminenti”.

Con questa consapevolezza voglio augurare agli amici israeliani un anno pieno di salute e ricco di benessere, ma soprattutto gli voglio augurare un anno di consapevole resistenza ben sapendo che augurare loro un anno di pace sarebbe puro eufemismo. Con tutti questi nemici che affilano le scimitarre c’è davvero poco da pensare alla pace.