Alla fine Erdogan l’ha spuntata. Nel referendum che si è tenuto ieri in Turchia il popolo era chiamato a decidere di alcune modifiche alla costituzione tra le quali la più importante era quella che limita il potere di controllo dell’esercito turco sulla laicità dello Stato, norma voluta fortemente dal fondatore della patria turca, Mustafa Kemal Atatürk, proprio per difendere lo Stato dalle infiltrazione estremiste islamiche. Hanno vinto i SI con il 58% dei voti.
Gli altri punti controversi sui quali erano chiamati ad esprimersi gli elettori turchi erano quello sulla nomina dei membri della Corte Costituzionale e del Consiglio supremo dei giudici e dei procuratori (Hsyk), il cui numero viene elevato, rispettivamente, da 11 a 17 e da 7 a 21, con grandi vantaggi per la coalizione al potere in questo momento dato che la nomina di alcuni di questi giudici sarà prerogativa del presidente della Repubblica (quello in carica, Abdullah Gul, fa parte del partito di Erdogan) e del Parlamento controllato da sempre da Erdogan. E poi c’era da decidere sull’abolizione della legge che vietava alle donne di indossare il velo islamico nelle scuole, una norma che tutelava la laicità dello stato e il Diritto delle donne che ora, in molti casi, si vedranno costrette dai loro genitori a indossare il velo islamico. Altri punti controversi erano quelli che introducono la possibilità di processare gli ufficiali autori del golpe del 1980 e quello che permette di sottopone alla giustizia civile i vertici militari per crimini commessi nell’esercizio delle loro funzioni.
Come si vede è un attacco a tutto campo all’esercito turco e, di conseguenza, alla laicità dello Stato di cui proprio l’esercito era garante, un attacco iniziato mesi fa quando Erdogan ha fatto arrestare i maggiori comandanti dell’esercito per un supposto tentativo di golpe, rimpiazzandoli con uomini di sua fiducia.
E’ evidente la svolta verso l’islamismo della Turchia, una svolta iniziata con l’ascesa al potere di Erdogan e culminata nei mesi scorsi con la sempre più evidente alleanza della Turchia con l’Iran di Ahmadinejad.
Ora può davvero succedere di tutto. Sicuramente Erdogan si sentirà autorizzato sia a completare l’epurazione degli ufficiali ostili, che a prendere sempre più apertamente posizioni estremiste a favore di gruppi terroristici come Hamas (lo ha già fatto) e di Stati terroristi come l’Iran e la Siria. Di certo cambieranno definitivamente gli equilibri in Medio Oriente e, quasi certamente, i rapporti europei con la Turchia. Si spera infatti che i fautori di un ingresso turco in Europa (tra i quali l’Italia) rivedano le loro posizioni. Sarebbe il massimo concedere l’ingresso in Europa agli Ayatollah iraniani per delega turca.
Noemi Cabitza