Un tribunale di Triboli ha bloccato qualsiasi accordo tra Italia e Libia sui migranti, accordo firmato di recente dal Premier libico Faiez Serraj con le autorità italiane.

Secondo quanto si apprende l’accordo tra Italia e Libia sui migranti sarebbe stato contestato da un gruppo di politici tra i quali l’ex ministro della giustizia Salah Al-Marghani e l’avvocato Azza Maghur. Il punto contesto è quello che prevede il ritorno in Libia dei migranti bloccati in mare. Oltre a questo secondo coloro che hanno presentato il ricorso al tribunale di Tripoli il Premier Serraj non avrebbe l’autorità per firmare un tale accordo in quanto andrebbe prima approvato dal Parlamento di Tripoli. La sentenza del tribunale di Tripoli blocca anche qualsiasi altro accordo compreso il protocollo di intesa con l’Unione Europea che il Premier libico ha firmato pochi giorni fa a Roma.

Non è chiaro cosa succederà adesso. Fonti non ufficiali vicine al Premier libico fanno sapere che non cambierà nulla e che l’accordo procederà come previsto, compreso il recente protocollo di intesa con la UE che tra le altre cose prevede aiuti alla Libia per 800 milioni di Euro, la consegna di motovedette, materiali per la comunicazione e tanto altro. Tuttavia ci sono molti dubbi sul fatto che Serraj possa mantenere la parola data.

Problemi per l’Italia. Per l’Italia è un bel problema visto che a Roma puntavano tutto su questo accordo per fermare l’ondata di sbarchi che ormai dura da diversi anni, specie ora che si avvicina la stagione calda durante la quale ci si aspetta una enorme impennata delle partenze dalla Libia.

Intanto proseguono le tragedie, l’ultima segnalata proprio in queste ore da una ONG che parla di 240 morti in un duplice naufragio avvenuto davanti alle coste libiche.

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