Quello che è accaduto la scorsa settimana a Cadice, in Spagna, è la palese dimostrazione che uno Stato europeo, la Spagna appunto, è totalmente fuori dal contesto del Diritto Internazionale e che il sistema di giustizia spagnolo è ancora fermo al franchismo piuttosto che proiettato nel secondo millennio. Stiamo parlando della condanna inflitta a Simone Righi per fatti del tutto inventati e smentiti da foto, filmati e centinaia di testimoni di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Chiaramente non starò a ripetere tutta la storia che potete leggere nell’articolo sopra citato, quello su cui invece vorrei concentrarmi è sull’abuso commesso ai danni di un nostro connazionale che da vittima palese di una serie di reati degni di un Paese dittatoriale del terzo mondo, è stato trasformato nel colpevole di reati totalmente e palesemente inventati di cui la magistratura spagnola, emettendo quella sentenza, si fa complice e attrice primaria. Simone Righi è stato condannato a quattro anni e sei mesi di carcere con una sentenza che ha completamente ribaltato la verità. Attenzione, non l’ha interpretata perché le prove evidenti dell’abuso ai danni di Simone Righi non sono interpretabili ma evidenti, semplicemente non ha tenuto in considerazione le prove della difesa accettando solo le dichiarazioni menzognere e contraddittorie di personaggi spagnoli su cui pesano fortissimi dubbi e dei quali nelle prossime settimane torneremo a parlare più nei dettagli, se non altro per vedere chi sono e cosa fanno questi personaggi.
Tornando al processo farsa, nelle settimane che l’hanno preceduto e fiutando che le autorità spagnole stavano studiando il sistema per uscire da una situazione che le vedeva colpevoli di pesanti abusi ai danni di Simone Righi (ingiusta detenzione, maltrattamenti, violazione dei Diritti Umani, violazione dei Diritti degli animali, diverse violazioni alla Carta europea dei Diritti Umani ecc. ecc.), abbiamo interessato in maniera formale diverse autorità europee che ci avevano garantito che avrebbero seguito il processo, cosa che poi non è avvenuta. E’ chiaro che a questo punto occorre passare dalle azioni formali a quelle materiali. Per prima cosa interesseremo del caso la Corte Europea dei Diritti Umani denunciando le palesi violazioni della Carta Europea dei Diritti Umani e del Trattato di Lisbona. In secondo luogo interesseremo la Commissione Giustizia del Parlamento Europeo per le gravi violazioni palesemente emerse durante il procedimento penale che si è tenuto a Cadice. Non intendiamo chiaramente entrare in conflitto con il sistema giudiziario spagnolo, vogliamo però evidenziarne alcune storture che non possono passare sotto silenzio proprio perché la Spagna è un Paese europeo che ha firmato il Trattato di Lisbona e ha accettato e ratificato la Carta Europea dei Diritti Fondamentali.
Nel fare questo chiediamo e ci aspettiamo il chiaro sostegno delle autorità italiane. Attenzione, non chiediamo che l’Italia si intrometta nella legislazione di uno Stato terzo, sappiamo che a livello diplomatico non si può fare. Chiediamo però l’aperto sostegno alle iniziative presso la Corte Europea dei Diritti Umani e presso il Parlamento Europeo a tutela dei Diritti di un cittadino italiano vittima di chiari abusi.
Quello che appare evidente con il caso di Simone Righi è che la Spagna, almeno in questa occasione, è chiaramente fuori dal contesto del Diritto Internazionale e che questo, nel cuore dell’Europa, non è assolutamente ammissibile.
Franco Londei