Ho sempre sostenuto con convinzione il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, tanto che qualche imbelle ha pure sostento che il sottoscritto fosse pagato per farlo. Tuttavia ultimamente mi sono più volte chiesto se Netanyahu fosse veramente l’uomo giusto per gestire una situazione difficile come quella che sta vivendo Israele negli ultimi mesi.
Per ricapitolare:
- due anni fa aveva posto una linea rossa invalicabile al programma nucleare iraniano oltrepassata la quale Israele sarebbe intervenuto anche senza il consenso del mondo. Ebbene, non solo quella linea è stata superata ma l’Iran ha trovato il modo (grazie a Obama) di uscire dalle sanzioni e nello stesso tempo di ampliare il suo programma nucleare.
- Aveva promesso ai cittadini del sud di Israele, sotto una pioggia di missili, che avrebbe garantito la loro sicurezza. Dopo circa un anno di lanci ripetuti di missili, dopo addirittura aver tagliato il budget della difesa nel sud, finalmente si decide a reagire e da il via alla operazione “Margine Protettivo” , solo che sul più bello si ferma e non chiude la partita con Hamas. Il risultato è stato che Hamas ha già iniziato a riarmarsi, a costruire nuovi tunnel e in più si è beccato la solidarietà internazionale dimostrata con ben 5,3 miliardi di dollari.
- Con la ANP non ha saputo sfruttare la fantastica occasione che gli arrivava dall’allontanamento di alcuni paesi arabi dalle posizioni di Abu Mazen, primi tra tutti Egitto, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, più preoccupati del ISIS che delle lagnanze palestinesi e obbiettivamente stanchi di gettare soldi in quel pozzo senza fondo che si chiama Palestina. Per mesi e mesi ha ceduto alle pressioni americane ed europee evitando accuratamente di imporre LUI le condizioni di Israele lasciando che fosse Abu Mazen ad andare in giro per il mondo a cercare di imporre le proprie. Ha permesso ad Abu Mazen di cavalcare l’onda della Intifada, di chiamare alla lotta per Gerusalemme, di soffiare sul fuoco della rivolta. Invece di applicare sanzioni alla ANP (come per esempio il blocco di tutti i trasferimenti di denaro) si è limitato a qualche cauta lagnanza. Sta dando l’impressione che Israele sia ostaggio delle pressioni internazionali, impressione confermata anche dalla visita del nuovo alto rappresentante europeo per la politica estera, Federica Mogherini. Certo, ha dato il via alla costruzione di qualche centinaio di appartamenti a Gerusalemme, quel tanto che bastava a ribadire il concetto che Gerusalemme è la capitale di Israele e non una colonia. Ma oltre non è andato. Anche recentemente, con gli attentati rivendicati apertamente da Hamas e sui quali aleggia chiaramente anche lo spettro dell’incitamento all’odio di Abu Mazen, non mi sembra di aver visto da parte di Netanyahu un atteggiamento duro come invece la situazione meriterebbe.
Non lo so, francamente a me sembra che Netanyahu non abbia le idee chiare su quello che deve fare, mi sembra un po’ troppo succube delle pressioni internazionali e dei desiderata palestinesi o della lady PESC di turno. Mi da l’impressione di essere un uomo messo all’angolo che non sa come uscirne.
Non discuto sul fatto che le crisi aperte siano tante e che certamente non è facile gestire una situazione come quella di Israele, circondata da nemici che lo vogliono distruggere. Ma proprio per questo sarebbe forse il caso di iniziare a mandare qualche messaggio chiaro e preciso. Una buona occasione era quella di chiudere i conti con Hamas, oltretutto con l’Egitto ampiamente favorevole a questa opportunità. Ma, come detto, Netanyahu ha deciso diversamente cedendo alle fortissime pressioni internazionali, dando a tutti quella indelebile impressione di debolezza i cui frutti purtroppo iniziano a palesarsi in questi giorni e che probabilmente diverranno sempre più evidenti.
Spero francamente in un vero colpo di coda da parte di Netanyahu, qualcosa che riporti Israele al suo ruolo. Spero che per una volta venga accantonato il polically correct e che si inizi a fare sul serio, a passare dalle parole ai fatti, a partire dalla questione iraniana.
Il vero problema di Netanyahu e nato allorché ha creduto ad Obama che gli ha detto di non intervenire contro l’Iran che le sanzioni e l’aiuto Usa stava funzionando, cadute tutte le promesse del traditore Obama e andato in paranoia con il suo elettorato la vera destra destra israeliana e tutti i cittadini di Israele che avevano creduto in lui….. e stata la guerra a luglio contro Hamas che ha definitivamente fatto capire che a parole sono tutti bravi ma poi bisogna farle seguire dai fatti….il non distruggere Hamas lasciarlo li sanguinante all’angolo non essere stato in grado ( diciamo volutamente ) a entrare nei bunker di Hamas e chiudere i conti con la loro leadership
l’ha fatto passare definitivamente per un polito in decisionista e anche poco propenso a mantenere quanto aveva promesso ai suoi cittadini…..ora, tra una anno un anno e mezzo con Hamas sarà ancora peggio senza considerare che hezbollah non starà a guardare incitato e armato dai Clericali iraniani…..
Ahhh…ci fosse ancora un Begin…..