Evitate Santo Domingo per le vostre vacanze o attività commerciali

Evitate Santo Domingo per le vostre vacanze o attività commerciali. Il nostro non è solo un avviso ma è una preghiera. Da troppo tempo, nel contesto del nostro lavoro di tutela dei Diritti dei cittadini italiani all’estero, assistiamo a fatti sconcertanti che avvengo nel paese caraibico e che vengono spudoratamente sottaciuti quando non nascosti.

Già nel 2010 avevamo pubblicato una lettera di un cittadino italiano che avvisava sui pericoli che si corrono nella Repubblica Domenicana “abbordando giovani donzelle” (qui l’articolo), attività per la quale molti italiani si recano nel paese caraibico. Ma quello a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi durante il nostro lavoro di tutela dei cittadini italiani incarcerati o in difficoltà all’estero va molto, molto oltre l’avviso dato nel 2010, prefigura una realtà da vero e proprio incubo, realtà alla quale purtroppo contribuiscono anche alcuni elementi non secondari delle istituzioni italiane in quel paese.

Per prima cosa ribadiamo un fatto di primaria importanza già accennato nell’articolo del 2010 e verificato anche di recente: a Santo Domingo se un domenicano (o una domenicana) vi denuncia alle autorità per un qualsiasi motivo (anche completamente inventato), per prima cosa venite incarcerati dopo di che spetta a voi dimostrare che quella denuncia non è vera a differenza di tutto il resto del mondo dove vige la presunzione di innocenza. Questo fatto ha creato un vero e proprio business altamente lucroso nel quale cadono moltissimi cittadini occidentali. In sostanza si inventa un reato, la polizia arresta il malcapitato e lo sbatte in prigioni da incubo. Dopo di che si passa al ricatto. Il denunciante si offre di ritirare la denuncia a condizione di essere lautamente pagato. Di solito la cifra richiesta all’inizio è molto alta, poi andando avanti nel tempo scende. Ma nel frattempo voi avrete passato diversi mesi nelle carceri domenicane dove avrete preso ogni tipo di malattia, dormito in terra, bevuto acqua inquinata e mangiato quando capita e quello che vi danno.

E adesso voi direte: si, ma noi italiani abbiamo una ambasciata a Santo Domingo che dovrebbe difenderci e impedire che su di noi si commettano certi abusi. In effetti è così, peccato che però l’ambasciata d’Italia a Santo Domingo fa tutto meno che difendere i Diritti dei cittadini italiani. La mia non è una denuncia campata in aria e ve lo dimostrerò raccontandovi la storia di un cittadino italiano, un imprenditore di discreto successo che con la Repubblica Domenicana stava implementando un discreto business, finito nelle grinfie di questi criminali e da 16 mesi imprigionato illegalmente in una prigione domenicana senza che nessuno abbia alzato un solo dito per difendere i suoi Diritti, anzi, alle sue rimostranze, proteste e sfoghi di rabbia per l’immobilità mostrata, si è risposto con arroganza e addirittura con minacce. Quest’uomo si chiama Luciano Vulcano.

Ora, questa associazione per ragioni legate alla difesa del Diritto dei cittadini italiani all’estero, lavora e coopera con diverse ambasciate e consolati in tutto il mondo, ma mai mi era capitato di trovarmi in una situazione come quella a cui si assiste a Santo Domingo. A parte che questa ambasciata segue solo ed esclusivamente una certa “elite di persone” delle quali però parleremo nei prossimi giorni e sulle quali stiamo approntando una inchiesta seria e documentata da presentare al Ministero degli Affari Esteri e agli organi competenti. Ma questo sarebbe il meno. L’ambasciatore, a seguito di una interrogazione parlamentare promossa dall’On. Raisi in cui chiedeva merito di quello che stava avvenendo a Santo Domingo, inviava un rapporto al Ministro Frattini pieno zeppo di omissioni e addirittura di “interpretazioni” assai discutibili, rapporto che oltretutto è stato ribattuto punto per punto (ma anche di questo ne parleremo nella inchiesta) e nel quale si descriveva una situazione del tutto fuorviante e persino leggermente diffamatoria. La realtà ,detta molto in breve, è che Luciano Vulcano (ma è solo uno dei casi) è stato accusato di un reato mai commesso, incarcerato, ricattato, gli sono stati portati via tutti i suoi averi, gli è stato impedito di arrivare a un giudizio dove sarebbe stato assolto, tenuto in prigione per 16 mesi di cui quattro illegalmente dato che la carcerazione preventiva a Santo Domingo è di 12 mesi, il tutto senza che l’ambasciata muovesse un solo dito. E’ uno scandalo.

Ebbene, è qui torniamo all’esortazione iniziale di evitare Santo Domingo, il caso di Luciano Vulcano non è per niente isolato e riguarda anche altri cittadini italiani, europei e americani, altri imprenditori che con il miraggio di facili guadagni vanno in quella terra ad instaurare una attività e quando questa inizia a funzionare si ritrovano spesso come il sig. Vulcano. A meno che……. a meno che, come detto, non si faccia parte di quella “elite” di cui si parlava sopra.

Per questo motivo questa associazione, dopo molte titubanze e tentativi di mediazione, ha deciso di lanciare una vera e propria campagna di boicottaggio verso la Repubblica Domenicana, una azione rivolta alle agenzie di viaggio, alle imprese che vogliono investire in quella terra o al semplice turista fai da te, una azione a livello internazionale che coinvolgerà tutto il network di Secondo Protocollo (Free Italian Press e Rights Monitoring) e possibilmente altre associazioni. Non è mai piacevole arrivare a questo livello, ma è chiaro che a tutto c’è un limite e in questo caso il limite della normale decenza è stato ampiamente superato.

Franco Londei