<<Alla luce delle cifre la cosiddetta “flottilla per Gaza” che sostiene di trasportare tonnellate di aiuti umanitari per Gaza, è solo una provocazione contro Israele>>. Ha sostenerlo in una conferenza stampa tenutasi oggi pomeriggio a Tel Aviv è il colonnello Moshe Levi, comandante del distretto di Gaza e responsabile per l’ufficio di coordinamento per gli affari umanitari.
Il Colonnello Levi ha poi snocciolato le cifre a cui faceva riferimento. Oggi come oggi a Gaza entrano oltre 100 camion di aiuti umanitari al giorno. Negli ultimi mesi questi camion hanno consegnato tra le altre cose, oltre 1.200 tonnellate di medicinali e attrezzature mediche, 155 tonnellate di cibo, 2.900 tonnellate di calzature e abbigliamento, 17milioni di litri (3,85 milioni di galloni) di combustibile diesel.
<<A Gaza entra di tutto e tutto quello di cui c’è bisogno, tranne i materiali che possono essere usati dai terroristi di Hamas per compere attentati contro Israele e per favorire azioni ostili>> ha poi continuato il colonnello Levi. << Grazie agli aiuti provenienti da Israele oggi a Gaza il tasso di disoccupazione è sceso al 38% contro il 48% di pochi anni fa e questo nonostante la forte opposizione di Hamas a qualsiasi processo di sviluppo>>. Secondo dati Onu negli ultimi mesi Israele ha permesso a oltre 6.000 palestinesi di lasciare Gaza per avere cure in Israele o in Giordania.
<<Alla luce di questi dati inoppugnabili confermati anche dalle Nazioni Unite, la missione denominata “flottilla per Gaza” è solo una provocazione e il tentativo di introdurre all’interno della Striscia di Gaza materiale proibito e persone amiche di Hamas che è cosa differente dall’essere amiche del popolo palestinese>>. Si è conclusa così la breve conferenza stampa dove l’IDF ha confermato la sua totale opposizione a far entrare la cosiddetta “flottilla per Gaza” nelle acque territoriali controllate dalla marina israeliana.
Secondo una fonte vicina ai vertici dell’IDF ascoltata oggi a Tel Aviv “il tentativo di forzare il blocco israeliano è un atto ostile contro Israele e non ha nulla a che vedere con l’assistenza umanitaria che, come ampiamente dimostrato dai fatti, è un modo palese di mascherare l’aiuto ad Hamas e non al popolo palestinese oppresso proprio dal movimento terrorista islamico”.
Sharon Levi