Credo che non ci sia alcun dubbio sul fatto che all’interno del mondo islamico sia in corso una vera guerra mondiale con da una parte gli sciiti che fanno capo all’Iran e dall’altra i sunniti che hanno come punto di riferimento l’Arabia Saudita e gli altri regni arabi.
E’ una guerra estremamente sanguinosa che ha raggiunto i suoi apici in Siria e in Iraq ma che viene combattuta senza esclusione di colpi in tutto il mondo anche se con metodologie diverse.
Al pragmatismo iraniano che non disdegna occasionali ma letali alleanze anche con gruppi sunniti, come avviene nella Striscia di Gaza e stava per avvenire con la Fratellanza Musulmana egiziana, si contrappone la rigidità del wahabismo saudita che non farebbe mai alcun accordo con il nemico sciita. Questo fatto determina una sostanziale differenza operativa ben visibile sui “campi di battaglia”. Infatti,mentre i sunniti sono rimasti fedelmente rigidi nella loro impostazione, gli sciiti che sono la minoranza, hanno dovuto adattare la loro tecnica e per ovviare all’inferiorità numerica hanno portato dalla loro parte alcuni gruppi “nemici”. Dall’Africa al Medio Oriente gli iraniani hanno tessuto una ragnatela di alleanze trasversali che ha permesso loro di contrastare l’espansione sunnita.
I risultati si vedono sul terreno. In Siria Assad è molto più forte oggi di quanto non lo fosse all’inizio delle rivolte. In Iraq gli sciiti hanno il controllo pressoché totale del sud e di buona parte del centro del Paese. Governano saldamente e collaborano apertamente con Teheran anche in altri scenari (come appunto la Siria). In Libano gli Hezbollah non lasciano scampo ai rivali imponendo all’intero Paese la loro politica terroristica e chi si oppone alle loro prepotenze salta in aria. Coinvolgimenti iraniani sono ben visibili in alcune rivolte che insanguinano la penisola arabica. A suo tempo l’Iran non ha disdegnato nemmeno alleanze, seppur temporanee, con la base di Al Qaeda. Teheran mantiene ottimi rapporti anche con l’Afghanistan e il Pakistan che pure sono sunniti.
Nella guerra mondiale islamica si vede anche un netto schieramento da parte delle due maggiori potenze mondiali, gli Stati Uniti e la Russia, i primi apertamente schierati con i sunniti, i secondi con gli sciiti ai quali garantiscono appoggio militare e diplomatico in sede Onu. Sarà anche per questo che gli sciiti negli ultimi anni hanno guadagnato tutto questo terreno. Se infatti la politica di Obama non ha portato che guai, quella di Putin (probabilmente più lungimirante e meno palese di quella di Washington) ha prodotti risultati enormi per i suoi “assistiti”. Si pensi ad Assad o al programma nucleare iraniano, solo per citare due esempi lampanti.
I rischi per l’occidente
E se qualcuno pensasse che la guerra mondiale islamica sia solo una faccenda interna al mondo musulmano si sbaglia di grosso. Prima o poi questo conflitto si trasferirà sul terreno più ambito, quello europeo. Anche qui i due schieramenti hanno due passi diversi. I sunniti, decisamente in vantaggio, procedono di gran lena con il loro piano di colonizzazione del territorio europeo. Gli sciiti al momento stanno a guardare ma iniziano lentamente ad adottare la stessa tecnica usata in altri scenari, quella cioè delle alleanze trasversali. Per fare questo possono contare su un meccanismo diplomatico e terroristico ormai oleato e sull’immancabile supporto russo. Ne vedremo delle belle in Europa nei prossimi anni anche se bisogna dire che in questo caso i sunniti sono veramente in forte vantaggio grazie alla programmatica invasione studiata a tavolino da Arabia Saudita, Paesi del Golfo e Paesi nord-africani che stanno lentamente ma inesorabilmente prendendo il controllo dell’economia europea e, forse più lentamente ma altrettanto inesorabilmente, quello demografico (ma di questo ne parleremo nel dettaglio con più calma). Sono convinto però che la vera svolta in Europa si avrà quando l’Iran avrà messo a punto il suo programma nucleare con il quale potrà ricattare non solo i Paesi Arabi ma anche quelli europei. A quel punto la differenza numerica tra sunniti e sciiti non conterà più nulla. E’ solo questione di tempo.
Cosa voglio dire con questo mio semplicistico ragionamento che naturalmente in poche righe non può analizzare il complesso confronto tra sunniti e sciiti? Che l’idea che abbiamo in occidente del lato peggiore dell’islam legato ad Al Qaeda e comunque al terrorismo wahabita andrebbe quantomeno rivista. Non che i wahabiti non siano pericolosi, anzi, ma in cima alla lista andrebbero cambiate le sigle e al posto di Al Qaeda andrebbero messi gli Ayatollah iraniani, perché sono loro che stanno vincendo la guerra mondiale islamica e saranno sempre loro che probabilmente condizioneranno i prossimi anni della vita europea. Sono loro, oggi, il pericolo maggiore per il mondo libero, peggiore dei pur pericolosissimi wahabiti.