Libano: Hezbollah usa la popolazione come scudi umani. Denuncia israeliana a Onu e UNIFIL

Alcuni documenti declassificati dall’IDF e una serie di riscontri e testimonianze recuperati sul terreno rivelano come Hezbollah negli ultimi mesi abbia piazzato batterie missilistiche e centri di comando in mezzo alle abitazioni civili di diversi villaggi nel sud del Libano con il chiaro intento di trasformare le abitazioni stesse e i civili in veri e propri scudi umani.

La tecnica è sempre la stessa, già usata in passato sia da Hezbollah in Libano che da Hamas nella Striscia di Gaza, massimizzare la perdita di vite civili in caso di attacco israeliano allo scopo di scatenare una reazione internazionale contro Israele. Se poi nell’operazione muoiono centinaia o migliaia di civili, tanto meglio. Più civili muoiono più il piano è ben riuscito.

Ma andiamo con ordine. Secondo quanto ha rivelato ieri il Comando Nord dell’IDF attraverso documenti, fotografie e immagini riprese da aerei spia, Hezbollah ha piazzato (senza condizionale) batterie di missili in mezzo alle abitazioni civili di almeno 160 villaggi nel Sud del Libano. L’IDF, in una improvvisata conferenza stampa, ha preso ad esempio il villaggio di el- Khiam, situato a soli 4 Km dal confine con Israele e quindi in piana zona sotto controllo dell’UNIFIL che, in teoria, dovrebbe essere smilitarizzata. I militari israeliani hanno mostrato ai presenti una serie di immagini fotografiche e video che dimostrano senza ombra di dubbio come Hezbollah abbia piazzato batterie fisse di missili a ridosso delle abitazioni civili. In alcuni casi i missili sono addirittura tra due abitazioni molto vicine tra di loro il che renderebbe impossibile colpirle senza distruggere anche le abitazioni civili con gravi conseguenze anche per gli abitanti.

Secondo quanto si apprende dai documenti declassificati e inviati in queste ore alle Nazioni Unite e al Comandante delle forze UNIFIL in Libano, gen. Alberto Cuevas Asarta, Hezbollah dispone nel sud del Libano di almeno 40.000 missili a medio e lungo raggio (non sono calcolati i missili a breve raggio) e di 20.000 combattenti perfettamente armati che controllano il territorio (alla faccia di UNIFIL). Dai documenti in questione si apprende poi che Hezbollah ha diviso le sue forze in tre divisioni. Secondo il comando Nord dell’IDF la “divisione Sud”, quella posizionata a ridosso del confine con Israele e quindi in una zona dove non dovrebbero esserci forze militari diverse da quelle dell’Onu, può disporre di 5000 uomini e di almeno 30.000 razzi suddivisi tra quelli a breve raggio, a medio e lungo raggio. Gli uomini e i missili della “divisione Sud” sono suddivisi in 15 villaggi dove vi sono tra i 20 e i 200 combattenti, migliaia di proiettili da mortaio, missili di ogni tipo in batterie fisse e semoventi e un certo numero di posti di comando posizionati all’interno di abitazioni civili. Le fotografie mostrano come i depositi di armi, le batterie di missili e i centri di comando siano in mezzo alle abitazioni civili e, addirittura, a pochi metri dalle scuole e dagli ospedali.

Un alto ufficiale dell’IDF ha detto ieri che “è importante mostrare a tutto il mondo come Hezbollah abbia costruito la sua infrastruttura militare all’interno dei villaggi con l’obbiettivo di provocare molte vittime civili nel caso di una futura guerra” aggiungendo poi che “se Israele verrà attaccata da Hezbollah questo potrebbe realmente accadere”. Come detto l’IDF ha inviato i documenti, le foto e i filmati alle Nazioni Unite e al comando di UNFIL.

A conclusione della conferenza stampa è intervenuto il Col. Ronen Moreli, comandante della Brigata 300. Secondo il colonnello i miliziani di Hezbollah stanno cercando di infiltrarsi all’interno del confine israeliano allo scopo di prendere ostaggi, meglio se militari (ma non sono esclusi semplici civili). Questa, secondo l’alto ufficiale dell’IDF, è attualmente la minaccia più grave. Un episodio del genere scatenò l’ultimo conflitto tra Israele ed Hezbollah nel 2006.

Secondo Protocollo