Qualcosa è andato storto nelle trattative per il rilascio di Rossella Urru, la cooperante italiana rapita il 23 ottobre 2011 in Algeria mentre svolgeva il suo lavoro per il CISP (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli). Non c’è niente altro che possa giustificare l’irragionevole cifra chiesta per il suo rilascio dai rapitori: 30 milioni di euro.
L’entità della cifra, altissima persino per un rapimento alle prime battute, sembra indicare la volontà dei rapitori di mandare un messaggio chiaro a chi sta trattando: o ci date quello che vogliamo oppure giochiamo al rialzo e il rischio aumenta. Evidentemente chi tratta per il rilascio di Rossella Urru e degli altri due cooperanti rapiti, due spagnoli, deve aver tirato troppo la corda forzando un ribasso troppo ingente. Anche il fatto che la richiesta si arrivata in forma quasi ufficiale, attraverso la France Press, fa pensare ad un chiaro messaggio dei rapitori. Piuttosto c’è un fatto assai inquietante: il portavoce del gruppo terrorista che ha rapito i cooperanti, Movimento per l’unicità e la Jihad nell’Africa dell’Ovest (MUJAO), ha fatto sapere che le trattative sono solo per Rossella Urru e per Ainhoa Fernandez, l’altra donna rapita. Non si menziona quindi l’altro iberico rapito di cui quindi non si sa più niente.
Per quel poco che si sa le trattative con i rapitori sarebbero condotte da uno staff completamente spagnolo mentre gli italiani sarebbero praticamente fermi, in attesa, anche per non portare avanti due trattative distinte. Se questo fosse vero sarebbe un errore enorme in quanto gli italiani sono molto più esperti degli spagnoli in questo tipo di trattative e di certo non avrebbero commesso alcun errore.
Ora, sempre ammesso che sia vero che a trattare siano gli spagnoli, ci chiediamo se non sia il caso che a questo punto non subentrino gli italiani. E’ fin troppo chiaro che durante questo sequestro sono stati commessi errori grossolani (basti pensare alla notizia della liberazione di Rossella diffusa a sproposito qualche tempo fa). Oltretutto ad aumentare la preoccupazione c’è quel silenzio sulla sorte del terzo cooperante che non lascia presagire nulla di buono.
Adesso non è più il tempo di fare giochetti, il messaggio dei rapitori è sin troppo chiaro. O si chiude alla svelta o le cose si complicano terribilmente e questo nessuno lo vuole.