Innanzi tutto sgombriamo il campo da qualsiasi fraintendimento: questa associazione lotta al pari di altri per salvare la vita a Sakineh Mohammadi Ashtiani. Tuttavia non possiamo fare a meno di notare l’enorme ipocrisia che circonda il caso della donna iraniana condannata alla lapidazione, come se il problema nascesse con Sakineh e morisse con Sakineh, come se fermare questa barbara esecuzione fermasse anche le altre.
Il problema delle violenze contro le donne iraniane, delle lapidazioni e delle condanne a morte arbitrarie non nasce con Sakineh Mohammadi Ashtiani, che non è nemmeno il caso più grave se proprio vogliamo essere precisi. Molto più grave, per esempio, è il caso di Azar Bagheri, condannata a morte quando aveva solo 14 anni e selvaggiamente torturata, oppure quello di Maryam Ghorbanzadeh, costretta ad abortire al sesto mese di gravidanza per poter essere lapidata senza violare i precetti coranici che vietano di giustiziare una donna incinta (qualcuno in Italia a confuso la storia di Maryam Ghorbanzadeh con quella di Sakineh). Ma siccome questi casi non sono finiti sulle prime pagine dei giornali, ipocritamente nessuno ne parla, nessun Ministro degli Esteri si propone di volare a Teheran per salvar loro la vita, nessuna première dame si espone pubblicamente per denunciare la loro brutale prossima esecuzione. Sembra che il mondo occidentale abbia scoperto la brutalità dei Mullah iraniani solo con Sakineh. Ecco perché parlo di ipocrisia.
Dov’erano tutte queste brave persone quando il sito Like Leak, ripreso quasi solamente da noi, diffondeva questo filmato (il film è veramente brutale e non è consigliato a persone con lo stomaco debole) dell’impiccagione di una donna iraniana incinta? Dov’erano tutte queste brave persone quando questa organizzazione denunciava decine di lapidazioni nelle province orientali iraniane dove i giudici condannano a morte una donna solo sulla base di una semplice denuncia di un uomo, magari proprio del marito che non vuole sostenere le spese di un divorzio? Perché si parla solo ed esclusivamente di Sakineh Mohammadi Ashtiani e non delle altre centinaia di persone condannate a morte magari solo per aggirare una costosa causa civile? Paradossalmente il cosiddetto “mondo civile” si sta interessando dell’Iran più adesso che quando erano in corso oceaniche manifestazioni contro il regime, manifestazioni con decine e decine di morti e migliaia di arresti, persone finite nelle peggiori prigioni del mondo e delle quali, in molti casi, non se ne sa più niente.
E quando, ipocrisia delle ipocrisie, un Ministro degli Esteri come Franco Frattini, si propone di volare a Teheran a trattare la vita di Sakineh con il suo omologo iraniano, sorvolando allegramente su tutto il resto, come se salvando quell’unica vita se ne salvassero centinaia, come se ottenendo un atto di magnanimità per quella povera donna si risolvesse il problema, allora si raggiunge il massimo della ipocrisia e dell’uso strumentale delle tragedie per meri scopi di immagine. Come non parlare di ipocrisia?
Che dire poi di quelle “grandi” organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani le quali, una volta che il caso è finito sulle prime pagine dei giornali, si sono buttate a capofitto sulla vicenda come se avessero scoperto solo adesso che in Iran le donne vengono lapidate come se fossero frutti di anguria? Dov’erano quelle grandi organizzazioni quando si denunciavano decine di lapidazioni e impiccagioni sommarie, quando la dissidenza iraniana mostrava al mondo le brutalità che le ragazze iraniane dovevano e devono subire in carcere prima di essere “fatte sparire”? Forse erano troppo impegnate a giustificare il nuovo amico Ahmadinejad, il paladino della guerra a Israele, per denunciare le brutalità iraniane. Certo, qualche rapportino lo hanno fatto, giusto per non apparire proprio di parte, ma sono solo quisquilie a confronto della realtà iraniana.
Voglio azzardare una previsione: vogliamo scommettere che, in qualsiasi modo finisca la storia di Sakineh Mohammadi Ashtiani, una volta che i grandi media spegneranno le telecamere, nessuno parlerà più di lapidazioni in Iran? Anzi, se a Teheran fossero furbi (e lo sono) accorderebbero magnanimamente la grazia a questa poveretta, magari con l’intervento diretto di quel “sant’uomo” di Ahmadinejad o di quell’altro “grande uomo pacifico” che è l’Ayatollah Khamenei, giusto per dimostrare al mondo che poi non sono così criminali e sanguinari, salvo poi continuare a lapidare e impiccare a una gru tutte quelle altre poverette ben sapendo che nessuno farà niente per loro.
Ecco perché, con tutto il rispetto per la vicenda umana di Sakineh Mohammadi Ashtiani, parlo di ipocrisia occidentale, perché tutti questi improvvisati difensori dei Diritti Umani quando questa vicenda sarà finita nel dimenticatoio si dedicheranno di nuovo a quello che facevano prima dimenticando tutto il resto, mentre in Iran i sassi lanciati da mani assassine continueranno allegramente a deliziare masse di popolazione che al grido di Allāhu Akbar assisteranno a questo barbaro rito ridendo alle spalle di première dame e intrepidi Ministri degli Esteri in cerca di una “tacca umanitaria” da esibire in pubblico.
Franco Londei
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