Migliaia di siriani si sono rifugiati in Libano dopo che l’esercito ha sparato di nuovo sulla folla inerme e ha chiuso i varchi di accesso alla Turchia. A riferirlo a Secondo Protocollo sono fonti libanesi vicine all’opposizione.
Gli ultimi arrivati si vanno ad unire alle migliaia di siriani fuggiti in Libano dopo le stragi del mese di maggio avvenute nella città di confine di Talkalakh, a pochi minuti dal confine libanese.
Un funzionario del Governo libanese, parlando ieri con alcuni giornalisti stranieri, ha detto che il Libano non è in grado si sopportare un grosso flusso di profughi aggiungendo anche di temere che nei prossimi giorni il flusso di profughi siriani si intensificherà nonostante l’esercito di Damasco presidi i maggiori punti di accesso verso il Libano. Per questo, ha detto, è necessario un intervento urgente della Croce Rossa Internazionale e della Mezza Luna Rossa per allestire al più preso campi di accoglienza per i profughi siriani.
Quello che appare chiaro da questi frammentari racconti è che in Siria ci sia un popolo che sta cerando con tutti i mezzi di fuggire dalla propria terra. Quello che invece non si capisce è come la comunità internazionale continui ancora a non prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di un intervento. Quello che avviene in Siria è cento volte più drammatico di quello che avveniva in Libia prima dell’intervento armato della NATO. Possibile che a Bashar al Assad si permetta di fare tutto questo impunemente?
Sharon Levi