Ho copiato volontariamente un titolo da Honest reporting perché quanto avviene sui media internazionali in merito ai fatti che riguardano Israele si può senza dubbio definire “la sindrome di Ha’aretz”, cioè quella malsana usanza di diffondere notizie false e tendenziose atte unicamente a screditare Israele.
La bufala, oltretutto, era talmente evidente che solo Ha’aretz poteva caderci. La notizia della morte della signora Jawaher Abu Rahma è arrivata il giorno dopo la manifestazione, quando cioè il suo corpo era stato precipitosamente tumulato senza nemmeno fare una autopsia. Il referto medico parla di “overdose di farmaci” e non di soffocamento da parte di gas lacrimogeni. I parenti della defunta hanno confermato che la signora non ha preso parte alla manifestazione. Invece Ha’aretz ha riferito che la donna era morta a causa di una particolare miscela di lacrimogeni usata dall’IDF composta da gas lacrimogeno e fosforo. Una balla colossale oltre che “chimicamente” impossibile.
Ho parlato di questo fatto solo perché di fatti del genere ne avvengono quotidianamente. Non esiste un solo giornale occidentale che verifichi la fonte delle notizie anti-israeliane. Le notizie vengono pubblicate così come arrivano dai palestinesi, le fotografie vengono tagliate in modo che facciano vedere qualcos’altro (quelle della freedom flotilla diffuse dalla Reuters ne sono un esempio lampante), nessuno si prende la briga di verificarle. Il fatto è che le notizie contro Israele tirano e fanno vendere. Se poi sono false poco male, i boccaloni che hanno abboccato sono ormai serviti. Noi la chiamiamo “sindrome di Ha’aretz”.
A tal proposito consiglio una lettura illuminante il “Dishonest Reporter Award 2010” che smaschera alcune (ma non tutte) le notizie false diffuse dalla stampa allo scopo di screditare Israele. Sarà una lettura molto interessante.
Sharon Levi