Con le ultime tre risoluzioni contro Israele, emesse ieri in serata, il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un organismo estremamente tendenzioso e lontanissimo dagli obbiettivi che, in teoria, dovrebbe prefiggersi.
Dalla sua nascita, quando il 15 marzo del 2006 sostituì la bistrattata Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu ha dedicato il 79% delle sue risoluzioni e il 92% delle sue “sessioni speciali” a Israele e alle supposte violazioni dei Diritti Umani nei cosiddetti “territori occupati”. Non una sola sessione straordinaria è stata dedicata, per fare solo un esempio, alle repressioni post elettorali in Iran, nemmeno una semplice risoluzione di condanna. Non parliamo poi di discutere della condizione dei Diritti Umani nei Paesi islamici, della condizione della donna islamica, della discriminazione contro l’omosessualità nell’islam che spesso porta ad arbitrarie condanne a morte. Non ha mai discusso delle condizioni dei prigionieri politici in Iran, a Gaza, in Cina, in Russia, in Eritrea, in Egitto, in Sudan, in Turchia, in Siria e in tanti altri Paesi. Non ha mai discusso delle violazioni dei Diritti Umani commesse da Hamas e da Hezbollah che con i loro attacchi terroristici hanno deliberatamente ucciso civili israeliani.
E potrei continuare per ore e ore a elencare quello di cui il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu, del quale fanno parte i maggiori violatori dei Diritti Umani (dalla Cina alla Russia passando per Libia, Arabia Saudita ed Egitto), non si è mai interessato. Ora, su proposta della Libia, dal prossimo mese di maggio anche l’Iran potrebbe entrare a far parte di questo paradossale Consiglio. Sarebbe l’ultima delle tante gocce che hanno fatto traboccare il vaso ormai pieno da diverso tempo e che, obiettivamente, hanno reso questo assurdo organismo dell’Onu (già assurdo per se stesso) una macchietta più che un organismo di garanzia e tutela dei Diritti Umani.
Ma non ci sarebbe da meravigliarsi se ciò avvenisse, d’altra parte se l’Onu ha pensato di mettere il Colonello Gheddafi a presiedere la Conferenza mondiale contro il razzismo tenutasi nel 2009 e di far presiedere per un certo periodo lo stesso Consiglio dei Diritti Umani proprio dalla Libia, possiamo aspettarci di tutto, persino di vedere Ahmadinejad testimonial dei Diritti Umani nel mondo.
Gli ultimi misfatti risalgono a ieri quando, non pago delle decine e decine di risoluzioni contro Israele, il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu ha pensato bene di emetterne ben tre in un solo giorno di cui due sui soliti problemi palestinesi e una, addirittura, su presunte e non chiare violazioni dei Diritti Umani commesse da Israele nelle Alture del Golan, una novità assoluta questa, uscita dal cilindro dei tanti esponenti islamici o anti-israeliani presenti nel Consiglio.
Ha detto bene ieri l’ambasciatore americano al Consiglio, Eileen Chamberlain Donahoe, quando ha parlato di “palese strumentalizzazione del Consiglio dei Diritti Umani contro Israele” e di “linea evidentemente unilaterale” esprimendo tutta la sua preoccupazione per la “minata credibilità” del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu. Altro che minata credibilità, è un vero e proprio teatrino comico.
Noi, come organizzazione e in collaborazione con altre organizzazioni di tutto il mondo, da diversi mesi abbiamo inviato al Consiglio diversi documenti che provano in maniera inoppugnabile come i Diritti Umani vengano sistematicamente violati in Iran, di come i prigionieri politici vengano torturati e, qualche volta, uccisi, di come le donne vengano sistematicamente violentate in carcere. Abbiamo inviato filmati inediti sulle repressioni post elettorali che provano l’estrema violenza usata sui manifestanti pacifici. Avevamo fatto la stessa cosa con i fatti accaduti nel 2007 in Birmania e come allora il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu non ci ha nemmeno degnati di una semplice risposta né ha pensato di emettere una risoluzione di condanna nonostante la massa di prove filmate e le decine di immagini portate come prova. In compenso ha continuato imperterrito a emettere risoluzioni contro Israele in base a fatti non documentati e non coadiuvati da prove, basati cioè solo su supposizioni e affermazioni chiaramente di parte (il rapporto Goldstone ne è la prova vivente).
E’ lampante quindi come il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu faccia tutto meno che quello per cui è stato creato, cioè “rafforzare la promozione e la protezione dei diritti umani in tutto il mondo”. In compenso si è fatto in modo che i maggiori violatori dei Diritti Umani al mondo ne controllino totalmente l’operato trasformando l’ennesimo baraccone dell’Onu in un micidiale meccanismo di propaganda esclusivamente anti-israeliana.
Miriam Bolaffi