Wikileaks ha messo a nudo il reality show della politica

4 Dicembre 2010

Al di fuor della polemica che si sta consumando in queste ore su internet in merito al fatto se sia giusto o  meno pubblicare file riservati e se questa attività rientri nel sacrosanto Diritto a informare (e quindi nella cerchia della libertà di stampa), quello che sembra più evidente dai file messi in rete da Wikileaks è senza dubbio la sistematica ambiguità della politica internazionale.

Prendiamo l’esempio italiano, ma solo perché più vicino a noi e non perché si differenzi da atri esempi che si possono fare. Ebbene, dai file riservati pubblicati da Wikileaks emerge che gli americani hanno una opinione del nostro Premier molto, ma molto bassa. Emerge anche che hanno una scarsa stima del nostro Ministro degli Esteri, giudicato quasi come un portaborse o, nella migliore delle ipotesi, alla stregua di un rappresentante di commercio, una sorta di venditore ambulante che vende solo i prodotti che gli vengono imposti dai leader dell’azienda. E’ tutto nero su bianco, non c’è gossip o frasi interpretabili e interpretate. Ebbene, dopo che questi inequivocabili documenti sono venuti alla luce il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, è stata costretta a “elogiare” pubblicamente il Premier italiano durante l’ultimo vertice dell’OCSE. Qual è allora la verità? Quella che in privato dipinge il Premier italiano come un uomo malato, inetto e portavoce di Putin in Europa, oppure quella pubblica rappresentata dalle parole del più alto esponente della politica estera americana?

E’ evidente a tutti che quando una persona pensa di parlare in privato è generalmente molto più sincera, esprime cioè con il suo interlocutore le sue vere impressioni sull’oggetto della discussione. E’ quindi pensabile che effettivamente gli americani pensino del Premier italiano quanto riportato nei messaggi privati intercorsi tra l’Ambasciata di Roma e il Dipartimento di Stato. La Clinton insomma, con le sue dichiarazioni di stima, avrebbe solamente pagato un debito nei confronti del Premier italiano. L’esempio lampante di quanta ambiguità e ipocrisia ci sia nella politica.

Intendiamoci, questa è una cosa risaputa a chiunque in qualche modo abbia a che fare con la politica. L’ambiguità e l’ipocrisia sono all’ordine del giorno, solo che Wikileaks ha portato questa ventata di verità anche nelle case di coloro che non hanno a che fare con i politici. Per esempio sono sicura (anche se ancora non sono usciti) che ci sono file dedicati anche a politici di sinistra e sono pronta a scommettere che saranno più o meno dello stesso tono di quelli dedicati all’attuale Premier italiano. E sono altrettanto sicura che quando questi file emergeranno gli americano dovranno ripagare il debito anche con quei politici di sinistra così come hanno fatto con il Premier. E’ normale, come è normale che poi questi “crediti” vengano spesi in politica interna così come hanno già fatto i politicanti di destra con le “affermazioni di stima” della Clinton nei confronti del Premier. Benvenuti nel reality show della politica, dove tutto e il contrario di tutto e niente è quello che sembra.

Marta Baldelli

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

4 Comments Lascia un commento

  1. Marta Marta, dolce e strenua sostenitrice dell’ormai imminente fine (morte per decapitazione, defenestrazione, calcio in c…?) di Berlusconi a causa delle ore piccole passate a cantare, e dello stress per i continui impegni diplomatici. Prendiamo l’esempio italiano come dici tu, ma proprio a caso solo perché ci è vicino e non per altro, ma guarda un po’, come se ci bendassimo gli occhi e mettessimo la mano nel sacchetto dei numeri per la tombola ed ecco: i reports di Wikileaks sull’Italia, incredibile!
    Avete ormai preso Wikileaks come il vostro Corano, quel libriccino dove nemmeno una virgola deve essere cambiata, e quando c’è scritto che l’infedele (il caro Silvietto) deve essere sgozzato, nessun’altra interpretazione può essere data.
    E’ evidente che in privato una persona è sincera e si esprime in modo chiaro verso la persona della quale si discute, ma non è esattamente così che sono andate le cose, mia “cara” Marta. Anche tu sei passata tra quelle che raccontano balle, come la tua amica Bianca, dolce e molto più di te sostenitrice della prossima dipartita del vostro caro Berlusca. Non è assolutamente vero che l’ambasciatore Spogli o l’impiegata di quart’ordine dell’ambasciata americana a Roma, stessero a quattr’occhi seduti su comode poltrone, davanti al fuoco di un caminetto stile old american a disquisire con Obama o la Clinton. Te lo sei immaginato sognando e vagando con la tua semplice fantasia tra i files di Wikileaks. Sarebbe stato bellissimo se fosse successo, vero?
    Ma certe confidenze davanti al caminetto, con in mano un generoso bicchiere di burbon invecchiato 20 anni, non sono state dette tra gentiluomini, ma lette e riportate pari pari dai soliti giornali scandalistici tipo Novella 2000 e Repubblica
    Da questo piccolo particolare, che certamente ai semplici lettori di questo blog è sfuggito, si evince la poca serietà di Marta per cercare di mettere a nudo l’ipocrisia di certa politica, che per rimediare vuole la povera, tremante, indecisa, e succube Hillary Clinton dichiarare il suo amore e la fiducia del governo americano al povero e bastonato Silvio Berlusconi.
    Per fortuna che Marta è convinta che anche per la sinistra italiana Wikileaks avrà tantissimi files da far leggere al mondo, altrimenti come avrebbe potuto chiudere l’articolo e farlo passare per “democratico”? Una bella botta di par condicio non guasta mai!
    Benvenuti anche voi cari amici nel mondo del sottile inganno, dove tutto è il contrario di tutto, soprattutto quando lo si vuol ingannare con i sogni, e Marta sogna, sogna, sogna…….

  2. c’è poco da commentare. Hai detto tutto. Questa è la politica e sarebbe ipocrita non riconoscerlo. Il problema è come fare a cambiarla questa politica. Wikileaks in qualche modo ci sta dando una mano. Ora sta a noi saper sfruttare il momento

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