Arrendersi a Putin? Il terrorismo mediatico dei disfattisti

12 Luglio 2022
terrorismo mediatico

Ho letto con un certo sgomento un articolo di Gian Micalessin pubblicato su “il Giornale” nel quale il giornalista scrive sostanzialmente che è arrivato il momento di arrendersi a Putin.

Scrive Micalessin: «Ora non si scherza più. Il taglio del gas russo sta per trasferire su famiglie e aziende italiane il costo della guerra in Ucraina condannandoci ad anni di recessione. Per questo è tempo di fare i conti con la realtà e non con illusorie analisi strategiche basate sulla propaganda bellica anziché sui fatti. Per questo è giusto chiedersi se una trattativa con Vladimir Putin non sia moralmente più accettabile del proseguimento di una guerra perduta».

Ora, il Giornale è notoriamente filo-putiniano, lo è da sempre, da quando l’amicizia tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin sfociava in lettoni e festicciole nella dacia di Putin. Di recente, forse per pudore, lo è più sottilmente ma anche più subdolamente non criticando apertamente la linea occidentale ma insinuando che sia comunque sbagliata.

Il mantra è il solito: le sanzioni fanno più male a noi che a Putin (falso), l’Ucraina deve trattare con la Russia (perché?), più armi diamo a Zelensky e più durerà la guerra che tanto è persa (e ti pareva).

Scrive ancora il prode Micalessin: «Sul fronte bellico il dato è chiaro, i vincitori sono i russi e non gli ucraini. I 150 caduti e gli 800 feriti al giorno subiti in questi mesi hanno privato Kiev dei suoi combattenti migliori trasferendo prime linee e logistica nelle mani di reclute addestrate in fretta. Questo, oltre a vanificare l’efficacia dei sistemi d’arma promessi dalla Nato, rende illusoria l’ipotesi di un’offensiva per la riconquista del 20 per cento di territori già in mani russe. Non a caso il vice-segretario alla difesa Usa Kathlee Hiks dubita della capacità di Kiev di resistere “per cinque o dieci mesi”».

Sul fronte bellico i vincitori sono i russi? Ma dove? In quattro mesi non sono riusciti a prendere il Donbass. Avanzano di qualche metro al giorno e hanno subito perdite rilevantissime (loro si). Hanno sparato tutto quello che potevano sparare tanto che adesso tirano fuori gli arsenali sovietici. Dove l’hanno vinta la guerra? Non hanno ottenuto nulla di quello che volevano, anzi, anche politicamente la Russia ha perso su tutti i fronti visto che i paesi baltici entreranno nella NATO e il Kazakistan ha deciso di ritirarsi dall’accordo della Comunità degli Stati Indipendenti aprendo un fronte di sollievo all’occidente per le forniture di gas e spiazzando Putin.

Da dove lo prende tutto questo disfattismo il buon Micalessin? Ma soprattutto, perché diavolo racconta cose non vere? La sua analisi fa acqua da tutte le parti, compresa la presunta facilitazione della penetrazione cinese quanto cita il governatore di Bankitalia Ignazio Visco che prevede due anni di recessione in caso di taglio totale del gas russo. «Due anni che getterebbero sul lastrico le nostre aziende facilitando la penetrazione di una Cina pronta a imporsi come la vera vincitrice dello scontro Russia-Nato».

Cavoli, siamo addirittura alla vittoria cinese di uno scontro che al contrario di quanto afferma Micalessin la Russia sta perdendo ogni fronte.

Terrorismo mediatico, è così che sia chiama questo modo di fare informazione. Si prendono citazioni qua e la, si mettono insieme ad altri dati non sempre verificati e si disegna un quadro catastrofico.

E se guardate le TV berlusconiane non potrete non notare che, seppur più sottilmente, la linea è più o meno la stessa, cioè quella di descrivere un quadro secondo il quale noi perdiamo e Putin vince.

Quando è grande il Donbass? È così grande che una armata potente come quella russa ci mette oltre quattro mesi per conquistarlo nonostante rada al suolo intere città? O non sarà che la “potente armata russa” non è così potente come alcuni media ci vorrebbero far credere?

Allora la domanda è un’altra: l’occidente supporterà l’Ucraina fino in fondo? Cioè, daremo a Kiev le armi necessarie per sconfiggere Putin e così tornare alla normalità?

Perché c’è un’altra alternativa alla resa a Putin: la sconfitta di Putin, quella umiliazione che Macron non voleva infliggergli e che invece diventa sempre più necessaria proprio per tornare alla normalità.

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Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

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