Egitto: la sfida di al-Sisi all’Islam e le aperture a Israele

9 Febbraio 2014

al-sisi-egitto

Se c’è una cosa che non si può dire del Generale Abdel Fatah al-Sisi è che non abbia coraggio. Lo ha dimostrato  venerdì con un discorso ai militari ripreso dal giornale egiziano Youm7 nella quale sfida apertamente l’islam integralista e lancia una importantissima apertura a Israele.

Al-Sisi parte in quarta affermando che «è arrivato il momento di fermare l’abominevole paranoia arabo-musulmana nei confronti di Israele, di fermare la manipolazione di massa e la vergognosa e ingannevole propaganda contro lo Stato ebraico». Ma non si ferma qui e afferma che «la regolamentazione del discorso religioso è la più grande sfida che deve affrontare l’Egitto e gli egiziani». Al-Sisi va più nello specifico quando spiega che «è necessario introdurre una nuova visione dell’Islam, più moderna e svincolata dall’Islam integralista fermo ormai da 800 anni». Insomma, un Islam moderno e al passo con i tempi.

Le reazioni

I media arabi ne parlano poco di questo importantissimo discorso del Generale Al-Sisi ma in Egitto la discussione è apertissima. Plaudono quasi tutti gli intellettuali e buona parte della popolazione ormai stanca di sottostare alle prepotenze della Fratellanza Musulmana e al terrorismo islamico. La gente egiziana vuole la normalità di un paese civile e moderno e si rende conto che per avere questo deve per forza sganciarsi dalla visione integralista che hanno dell’Islam i Fratelli Musulmani e i loro cugini salafiti. Naturalmente gli islamisti protestano e parlano di “accondiscendenza verso il nemico sionista” e di blasfemia contro l’islam e lanciano pesanti minacce di morte verso il Generale al-Sisi. Minacciano di trasformare l’Egitto in un enorme campo di battaglia e chiamano alla Jihad.

Un momento decisivo per l’Egitto

Tutti gli egiziani si rendono conto che per l’Egitto il momento è delicatissimo. Lo storico e pensatore egiziano, Sayed el Qemni, parla dell’avvento della Fratellanza Musulmana come «la versione moderna delle invasioni islamiche del VII secolo, ma peggiore della precedente» e avvisa che l’unico modo per l’Egitto di emergere dalla profonda crisi in cui versa è combattere l’islamismo della Fratellanza Musulmana, dei Wahabiti e dei salafiti. Buona parte della popolazione è con il Generale al-Sisi ma gli attacchi all’Egitto sono pressoché continui e dopo questo discorso la situazione rischia di peggiorare. Un campo di battaglia fondamentale è la Penisola del Sinai dove ancora imperversano gruppi salafiti nonostante il forte impegno dell’esercito egiziano. Ma anche a livello interno gli attentati sono molto frequenti, l’ultimo solo due giorni fa. E non sono da sottovalutare le minacce che arrivano dall’esterno, in particolare da Gaza da dove si sospetta partano le armi, gli esplosivi e i terroristi che colpiscono in Egitto. Proprio questa mattina l’aviazione israeliana ha colpito uno dei capi dei terroristi che operano nel Sinai.

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

1 Comment

  1. Combattere l’integralismo e’ la unica via per far si che l’Egitto torni ad essere una nazione libera e moderna. Un paese ove lo straniero si senta ospite benvenuto e non possibile vittima. Dove le differenze religiose siano rispettate e le discussioni siano nello spirito missionario e non terrorizzando con la forza.
    Shalom dovrebbe voler dire pace anche per voi integralisti !

Comments are closed.

Previous Story

Medio Oriente: Israele indebolito dalla politica di Obama

Next Story

Marò trattati come pirati e terroristi. Serve coraggio e un messaggio forte

Latest from Blog

Go toTop

Don't Miss