Amman (Giordania) 22/01/2012 – Sono ripresi in sordina i colloqui tra gli inviati della Autorità Nazionale Palestinese (ANP) e i rappresentanti dello Stato di Israele, colloqui già iniziati all’inizio del mese, proseguiti diverse volte e ora arrivati al punto cruciale in cui si deve prendere la decisione se riprendere le trattative di pace tra Israele e Palestinesi.
Secondo alcune nostre fonti si sarebbe sul punto di prendere decisioni importanti nonostante la ferma opposizione di Hamas e di un nuovo movimento palestinese nato a Ramallah che si chiama “Dignità per i palestinesi” il quale, come Hamas, si oppone a qualsiasi accordo con Israele.
Anche questa mattina un nutrito gruppo di palestinesi è sceso in strada a Ramallah per protestare contro questi colloqui. Manifestazioni e qualche tafferuglio anche ad Amman dove un gruppo di palestinesi ha manifestato la sua rabbia verso il Re giordano, Abdullah, il quale si è fatto promotore di questa iniziativa che mira a far riprendere a israeliani e palestinesi i colloqui di pace.
Il nuovo movimento palestinese “Dignità per i palestinesi” che ha come slogan “non vogliamo i colloqui con Israele” e “rivoluzione”, sta creando qualche problema alla ANP anche perché non si capisce bene cosa vogliano esattamente. Sembrerebbe che sia un movimento che si rifà ad Hamas e alla lotta armata portata avanti dalla OLP. E’ significativo che un movimento del genere sia nato proprio a Ramallah, sede della Autorità Nazionale Palestinese, giudicata dai più (a torto) meno falchi di Hamas. Che i palestinesi gettino finalmente la maschera?
Noemi Cabitza
Che sia sorta una nuova organizzazione palestinese che si oppone in modo esplicito a qualsiasi trattativa, o meglio, persino ad incontri preliminari in vista di una trattativa, fa parte di una “dialettica interna” tipica del mondo palestinese. E’ un giochino che fa sì che nessun dirigente -moderato o meno- possa mai prendere con i terzi impegni credibili.
Ma é un giochino ormai scoperto, che non dovrebbe stupire più di tanto.
Quello che invece stupisce é che molti continuino a prendere sul serio ciò che dicono o fanno i Palestinesi.
Come mai il mondo non si é ancora stufato di queste pagliacciate?
A completamento del concetto di cui sopra. I Palestinesi si dividono in sostanza in due gruppi.
Quelli che parlano chiaro e predicano e fanno la guerra ad Israele, perseguendo, sempre con chiarezza, la sua distruzione.
E quelli che usano un doppio linguaggio:
uno interno, che dice le stesse cose del primo gruppo,
ed uno esterno che serve ad intascare una qualche necessaria credibilità internazionale e ad ottenere cospicui sussidi.
I quali sussidi poi fanno la fine della credibilità internazionale:
se li intasca la dirigenza con i suoi clienti.
A questo punto, chi sono i veri nemici del popolo palestinese, se non i suoi rappresentanti?