Il primo alto rappresentante israeliano ad incontrare il Presidente americano, Joe Biden, sarà il capo del Mossad, Yossi Cohen.
L’incontro avverrà a breve (nel giro di un paio di settimane) a Washington ed è stato organizzato affinché Israele e Stati Uniti discutano di Iran e delle eventuali aperture che il Presidente Biden ha detto di voler fare nei confronti di Teheran.
Yossi Cohen è senza ombra di dubbio uno degli uomini più fidati del Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, tanto che le malelingue a Gerusalemme sostengono che oltre a parlare di Iran il capo de Mossad chiederà al Presidente americano di appoggiare Netanyahu alle prossime elezioni così come ha fatto per tre volte il suo predecessore, Donald Trump.
Ma lasciando perdere i gossip da salotto, la missione di Yossi Cohen è quella di creare una linea di comunicazione diretta tra Washington e Gerusalemme che eviti l’isolamento di Israele sulle decisioni riguardanti l’Iran. Si intende cioè evitare quanto successo con Barack Obama.
All’incontro dovrebbe partecipare anche il capo della CIA, ameno secondo le poche voci che circolano in merito a questo meeting di altissimo livello.
Intanto ieri sera, a conferma che le relazioni tra Gerusalemme e la nuova Amministrazione americana sono più che buone, il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano, Meir Ben-Shabbat, ha parlato al telefono con il suo nuovo omologo americano, Jake Sullivan. Lo ha reso noto l’ufficio del Primo Ministro israeliano.
È molto interessante che come prima persona di alto livello da incontrare il Presidente Biden abbia scelto il capo del Mossad. Forse qualcuno finalmente darà una occhiata approfondita ai documenti segreti riguardanti il programma nucleare iraniano sequestrati dal Mossad nel 2018.
Ma soprattutto, forse qualcuno ha capito che se vuole avere notizie attendibili sul livello raggiunto dal programma nucleare iraniano, lo deve chiedere al Mossad.
In questi giorni ho letto di tutto sulla presunta “ostilità” del Presidente Biden nei confronti di Israele, una ostilità che in realtà non c’è affatto. Ci troveremo sicuramente di fronte ad una politica diversa da quella di Trump, forse più accorta e speriamo più decisa, perché in quanto a decisione quella di The Donald ha lasciato parecchio a desiderare.