Inshallah

Inshallah, se Dio vuole. Me lo ripeteva in continuazione Mohamed Okelo, un musulmano ugandese che gestiva un hotel a Gulu. Inshallah, lo diceva ogni tre per due, a volte per rassegnazione, altre volte come speranza. Ma Inshallah c’era sempre.

Inshallah, l’ho sentito di nuovo l’altro giorno da un caro amico algerino quando durante una animata discussione sul terrorismo islamico un altro amico gli faceva notare la necessità di una forte presa di posizione da parte della comunità islamica contro questi macellai. Inshallah, se Dio vuole, mi è sembrato tanto simile a quando il buon Mohamed Okelo lo diceva rassegnato dopo che la moglie o la figlia si erano lamentate di qualcosa.

Purtroppo credo che dire “Inshallah” non sia più sufficiente per la comunità musulmana, credo che affidarsi solo al volere di Dio per quanto sia nobile non basti a convincere la gente comune che il vero Islam non ammazza gli innocenti, che quello dello Stato Islamico è una perversione dell’Islam.

Non ho mai cambiato idea sulla religione islamica, non mi piace e non mi è mai piaciuta, ma per tanti anni sono riuscito a conviverci abbastanza facilmente e non sono di certo uno di quelli che vorrebbero espellere le decine di milioni di musulmani in occidente o uno di quelli che vorrebbero leggi speciali anti-islamiche. Sono convinto che una religione che pone al centro della politica l’autorità religiosa sia una cosa decisamente superata. Ed è questo che fa l’Islam, pone al centro della politica la religione e le sue leggi, in questo caso la Sharia. Ma da qui a voler espellere tutti i musulmani ce ne passa.

Però quel “Inshallah” detto dal mio amico algerino non mi è piaciuto per niente, c’era tanta rassegnazione, quasi una resa nei confronti dei macellai. E nel guardarmi intorno vedo la stessa rassegnazione anche in chi difenda a spada tratta l’Islam invitando a non confondere i terroristi dello Stato Islamico con i “veri musulmani”. Ti dicono che l’Islam è un’altra cosa ma si guardano bene dallo scendere in strada a protestare contro i terroristi islamici, ti dicono che non tutti i musulmani sono terroristi – e hanno sicuramente ragione – ma alle parole non fanno seguire altro. Inshallah, sarà quello che Dio vuole.

Tutto qua? Solo Inshallah? Solo poche parole e null’altro? Che ne dite invece di cominciare a denunciare gli Imam che predicano odio? Che ne dite per esempio di cominciare a separare la politica dalla religione? Che ne dite di prendere le distanze dalla Fratellanza Musulmana, nel medio/lungo periodo il pericolo più grande per l’occidente, ben più pericolosa di di Al Baghdadi e dei suoi macellai perché punta al riconoscimento politico ed è potentissima in tutta Europa. Che ne dite, amici musulmani, di cominciare a far sentire veramente la vostra voce invece di dire solo Inshallah? Se Dio vuole avete la possibilità di scegliere, non siete in Arabia Saudita, in Iran o in un altro regime islamico. Ma, Inshallah, scegliete da che parte stare.

2 commenti su “Inshallah”

  1. Il nesso è proprio nell’ultima frase scritta, non è il luogo dove risiede un mussulmano che gli da la possibilità di scegliere di intraprendere concretamente un percorso di contrapposizione netta nei confronti degli eccidi commessi ma è l’appartenenza all’islam che incute il timore di rappresaglie e persecuzioni per cui non gli è dato scegliere. Ogni mussulmano è un portatore sano di una teocrazia totalmente incompatibile con tutti i nostri valori, la pena per i “dissidenti” non è una penitenza o un Ave Maria ma la loro stessa vita. L’islam è una religione fondata sulla violenza e coercizione, l’unica via è sollecitare a livello mondiale una profonda riforma dell’islam stesso dove vengano ripudiati tutti i vincoli imposti dall’appartenenza.

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