Libano sull’orlo del baratro: accorato appello a UNIFIL

6 Novembre 2010

“Il Libano si trova sull’orlo del baratro e deve scegliere tra il fare rispettare la giustizia o mantenere la pace piegandosi alla prepotenza di Hezbollah”. A parlare così è stato ieri l’ex Presidente libanese Amin Gemayel durante una riunione di politici che sostengono il Primo Ministro, Saad Hariri.

Sullo sfondo del discorso di Gemayel c’è la conclusione delle indagini del Tribunale Internazionale sul Libano in merito all’omicidio di Rafik Hariri, padre dell’attuale premier, avvenuto cinque anni fa per mezzo d una autobomba. Secondo indiscrezioni il Tribunale Internazionale sarebbe arrivato alla conclusione che a far uccidere l’ex premier libanese sarebbe stato Hezbollah, confermando per altro quello che già si sapeva da tempo. La decisione verrà resa nota nei prossimi giorni e rischia di trasformare il Libano in un campo di battaglia.

Da mesi infatti Hezbollah si prepara a reagire alla più che probabile condanna del Tribunale Internazionale. Pochi giorni fa il leader del gruppo terrorista sciita, Hassan Nasrallah, aveva “invitato” i cittadini libanesi a non collaborare con il Tribunale Internazionale. Subito dopo aveva dato il via alla più imponente esercitazione militare mai realizzata da Hezbollah che aveva come obbiettivo la prova finale del piano denominato “Ora Zero” studiato appositamente per prendere il potere in Libano con la forza. Tutti i quadri di Hezbollah sono stati messi in stato di massima allerta.

Ieri, una dichiarazione firmata di leader cristiani che fanno capo ad Amin Gemayel e che sostengono il Governo di Saad Hariri, ha chiesto al Presidente del Libano, Michel Suleiman, di “porre fine all’escalation delle armi voluta da Hezbollah”. I politici cristiani hanno chiesto al Presidente di disarmare le milizie irregolare del gruppo sciita.

A dire il vero a disarmare Hezbollah avrebbe dovuto pensarci la forza Onu presente nel sud del Libano (Unifil) ma è chiaro che non lo ha fatto e non lo farà. Infatti nel suo discorso Gemayel non nomina affatto la forza internazionale, esattamente come se non ci fosse.

Ora vorremmo porre ai vertici delle Nazioni Unite e ai Ministri della Difesa dei paesi che partecipano alla missione Unifil (primo fra tutti il Ministro La Russa) una semplice domanda:  cosa intende fare Unifil? Intende anche questa volta stare a guardare mentre Hezbollah mette a ferro e fuoco il Libano oppure vuole dare un senso alla sua missione facendo quello che doveva fare quando è andata in Libano, cioè disarmare Hezbollah? Intende riacquistare un minimo di credibilità e di onorabilità oppure si vuole continuare nell’appoggio passivo al gruppo terrorista sciita? Il tempo stringe e il Libano è sempre più sull’orlo di una guerra civile che sarà devastante e che riporterà il Paese dei cedri indietro di vent’anni. Una decisione va presa e va presa adesso. Tra pochi giorni non ci sarà più tempo.

Noemi Cabitza

Franco Londei

Politicamente non schierato. Sostengo chi mi convince di più e questo mi permette di essere critico con chiunque senza alcun condizionamento ideologico. Sionista, amo Israele almeno quanto amo l'Italia

1 Comment

  1. Saprà il Libano affrancarsi da questo continuo imbarbarimento di notizie riguardanti la sua catastrofica situazione politica e economica?
    Sì, a patto che rivolga tutte le sue attenzioni alle amorevoli parole dell’iraniano pasdaran che pochi giorni fa ha calpestato l’odoroso terreno della patria dei cedri.
    Potremo cosi vedere fra non molto tempo un Libano gioioso e in pace, grazie anche ad un Islam buono, generoso, e difensore di quella sacralità della vita umana che tutto il mondo invidia!

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