Iran: evoluzione del Movimento Verde

In tanti, soprattutto i sostenitori di Ahmadinejad e di Khamenei, sostengono che il Movimento Verde iraniano sia formato principalmente da una classe ricca, da giovani di “buona famiglia” che rifiutano di sottostare alle regole islamiche più intransigenti.

Non c’è niente di più sbagliato. Il Movimento Verde nasce nelle università iraniane dove solo l’essere un basiji ti da il diritto di accedere alle varie opportunità che lo Stato ti offre, dove la questione dei Diritti Civili è particolarmente sentita, dove le ragazze della media e bassa classe si sono ribellate alle imposizioni di regime e per questo, a centinaia, sono state arrestate, dove i ragazzi lottano da anni per avere le stesse possibilità dei “figli del regime”.

Il Movimento Verde parte quindi dal basso e non dalla elite iraniana come vi vogliono far credere. E’ vero che annovera al suo interno le migliori menti persiane, i migliori studiosi, ricercatori, avvocati ecc. ecc. che l’Iran possa offrire, ma i ricchi sono ben altra cosa. I ricchi sono i “figli del regime”, coloro che possono portare i fondi sottratti al popolo iraniano all’estero, coloro che sono legati a doppia mandata al regime. I ricchi sono i basiji, sono i pasdaran, sono i politici vicini al regime. E’ vero, ci sono ragazzi della middle class iraniana che però rischiano tutto per andare in piazza a manifestare, gente istruita e comunque in grado di usare al meglio le moderne tecnologie. Se questo è un reato lo è solo in Iran dove una buona parte della base popolare è ancora convinta che persone come il dittatore e il suo socio in affari, Khamenei, siano persone irreprensibili e timorati di Dio.

Ma qualcosa sta cambiando. Alle ultime manifestazioni moltissime persone provenienti dalla base si sono unite ai manifestanti. Qualcosa sta irrimediabilmente mutando e il Movimento Verde si sta trasformando in un “Movimento Popolare” com’era nelle sue vere intenzioni. Un gran numero di lavoratori si sono uniti ai giovani manifestanti. C’erano lavoratori del settore auto, portuali, agricoltori, insegnanti, infermieri ecc. ecc. Persino i sindacati hanno espresso solidarietà ai manifestanti. Il sindacato dei Bus è sceso in piazza al fianco del Movimento Verde durante le celebrazioni della rivoluzione dell’11 febbraio.

Centinaia di migliaia di lavoratori iraniani non ricevono lo stipendio da diversi mesi. Il 21 dicembre hanno manifestato i portuali di Bandar-e-Abbas, prontamente percossi dai soliti basiji. Il 17 gennaio sono scesi in piazza centinaia di lavoratori della Sasan, il principale produttore di bevande analcoliche in Iran, che da mesi non ricevono lo stipendio. Anche in questo caso la manifestazione è stata repressa nel sangue. Ahmadinejad parla delle glorie militari iraniane e intanto la gente muore di fame. I gerarchi del regime hanno miliardi di dollari nelle banche estere e le donne iraniane non sanno come fare la spesa. Ma di tutto questo in occidente non si parla.

Il Movimento Verde è diventato Movimento Popolare e Movimento dei Lavoratori, tutto insieme. E dicono che sono i ricchi a fomentare la rivolta in Iran. E’ la fame, materiale e di libertà, a fomentare la rivolta iraniana. E’ la voglia di vedersi riconoscere i propri Diritti Civili ad alimentare il fuoco della protesta.

Ora quello che serve a questa gente è una vera leadership, qualcuno che li guidi fuori dalle sabbie mobili dove il regime li sta spingendo, qualcuno che non pensi solo al potere e che sia del tutto fuori dalla cricca clericale. Di nomi se ne potrebbero fare tanti, ma non è così semplice. Ecco, questa è la nuova sfida del Movimento Verde-Popolare-dei Lavoratori. Superato questo scoglio ogni cosa sarà possibile, persino arrivare alla tanto agognata libertà.

Parisa Elahi