Damasco e Teheran hanno stretto ieri un accordo militare per la costruzione di una base navale iraniana in Siria. A rivelarlo sono fonti di intelligence israeliane seriamente preoccupate per questo che è un clamoroso e pericolosissimo episodio di espansionismo iraniano nel Mediterraneo.
La base navale sarà costruita nel porto siriano di Latakia, di fronte a Cipro, e ospiterà navi da guerra, sommergili e batterie lanciamissili antinave e antiaeree. Secondo l’intelligence israeliana, all’interno della base troveranno posto anche un migliaio di uomini del corpo delle Guardie della Rivoluzione iraniana.
Secondo Debkafile, solitamente molto ben informata, una delle due navi iraniane transitate la scorsa settimana dal Canale di Suez, trasportava una prima avanguardia di personale specializzato per la costruzione dei bacini necessari ad ospitare le navi iraniane e alcune attrezzature specifiche. Le prossime settimane arriverà altro personale e altro materiale indispensabile per la costruzione o l’ampliamento dei bacini.
Inutile dire che a Gerusalemme la preoccupazione è molto alta. Ieri sera si è tenuta una riunione d’emergenza dei maggiori responsabili della marina, dell’esercito e dell’intelligence mentre il Governo ha provveduto ad avvisare il Governo americano di quanto sta accadendo in Siria.
Ad aggravare ulteriormente la situazione si è saputo che la Siria sta cercando di acquistare dalla Russia il sofisticato sistema missilistico Yakhont, missili con un raggio di azione di 300 Km che volano a pelo d’acqua e quasi impossibili da intercettare. La conferma di questo fatto arriva direttamente dal Ministro della Difesa russo, Anatoly Serdyukov, che però non ha confermato che il Governo russo abbia accettato di vendere il sistema Yakhont a Damasco. E’ chiaro che a questo punto i missili russi potrebbero facilmente finire nelle mani dell’Iran in aperta violazione delle sanzioni Onu.
Ora è da vedere come gli Stati Uniti risponderanno a questa aperta sfida strategica. Già la Siria ospita una grande base navale russa a Tartus che ha fatto andare di traverso parecchi bocconi ai comandanti della VI flotta americana. Con l’arrivo degli iraniani direttamente nel Mediterraneo i rapporti di forza cambiano sensibilmente a favore degli Stati terroristi.
E’ chiaro che, alla luce di questi nuovi fatti, tutta la politica americana voluta dal Presidente Barack Hussein Obama basata sulla mano tesa verso l’Iran, è completamente da rivedere se non da cancellare. L’Iran non ha alcuna intenzione né di rinunciare al suo programma nucleare né di fermare il suo forsennato espansionismo in Medio Oriente. Ora gli iraniani sono davvero alle porte di Israele e d’Europa e non hanno certo buone intenzioni.
Sharon Levi
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