Oggi Netanyahu con il suo discorso al Congresso degli Stati Uniti si gioca l’asso di briscola. Non sottovalutate l’evento. Lo ha spiegato benissimo ieri lo stesso Netanyahu nel suo discorso alla AIPAC: qui si tratta di difendere il Diritto all’esistenza di Israele e non di stabilire chi tra Obama e Netanyahu è più intelligente.

Intanto bisogna dire che qualche effetto il discorso di Netanyahu lo ha già sortito, prima ancora di essere esposto. Ha costretto Obama sulla difensiva. Ieri Kerry ha attaccato il Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu accusandolo di essere “ossessionato da Israele”. Non era mai successo. Sempre ieri Obama ha rilasciato una intervista parecchio ambigua alla Reuters nella quale spiega in maniera davvero poco convincente il suo punto di vista sulle trattative con l’Iran. Una sorta di ammissione della sua “accettazione” che l’Iran possa dotarsi un domani di armi nucleari.

Parliamoci chiaro, a dispetto dei tanti critici Netanyahu ha sparigliato le carte, ha rotto le uova nel paniere di Obama. Nel momento in cui scrivo non so ancora cosa dirà il premier israeliano al Congresso USA ma già mi immagino un durissimo attacco alla politica da vigliacco portata avanti da Obama.

Nel suo discorso alla AIPAC Netanyahu ha detto un paio di cose che mi hanno colpito, soprattutto una, quando ha detto:

“Signore e signori, lo scopo del mio intervento al Congresso di domani è quello di parlare di un potenziale accordo con l’Iran che potrebbe minacciare la sopravvivenza di Israele. L’Iran è il più importante stato sponsor del terrorismo nel mondo. Guardate questo grafico. Guardate questa mappa. Si vede sulla parete, mostra l’Iran formare, armare e dispiegare terroristi nei cinque continenti. L’Iran avvolge il mondo intero con i suoi tentacoli di terrore. Questo è ciò che l’Iran sta facendo ora senza armi nucleari. Immaginate cosa farebbe un Iran con delle armi nucleari.

Questo stesso Iran promette di distruggere Israele. Se sviluppasse armi nucleari, avrebbe i mezzi per raggiungere tale obiettivo. Non dobbiamo lasciare che questo accada.

Come primo ministro di Israele ho l’obbligo morale di parlare, di fronte a questi pericoli, finché c’è ancora tempo per evitarli. Per duemila anni, la mia gente, il popolo ebraico, è stata apolide, indifesa, senza voce. Eravamo assolutamente impotenti contro i nostri nemici che avevano giurato di distruggerci. Abbiamo sofferto una persecuzione implacabile e attacchi orribili. Non potevamo mai parlare a nostro nome e non siamo riusciti a difenderci.

Beh, mai più, mai più.”

Non so se vi sia chiaro il significato di quelle importantissime parole. A Netanyahu non frega nulla della politica americana o di Obama, a lui importa solo della sicurezza di Israele e siccome vede nell’Iran una minaccia esistenziale per Israele, non intende nel modo più assoluto starsene zitto ad aspettare il corso degli eventi.

Nella sua intervista alla Reuters che Rights Reporter ha riportato puntualmente (so di essere di parte su RR ma fino a questa mattina, fino a quando non l’anno pubblicata, nessuno in Italia ne aveva parlato) Obama ha detto una bugia clamorosa facilmente smontabile, ha detto che Netanyahu sull’Iran si sbagliava. No, caro Obama, Netanyahu sull’Iran ha perfettamente ragione, i suoi tentacoli arrivano dappertutto, persino sui confini con Israele. Come può un capo di Stato israeliano non essere preoccupato? Come può un Premier israeliano accettare tutto questo senza fare nulla? Chiaramente non può e non gli si può chiedere di rimanere in silenzio.

A dispetto di quello che dicono i suoi detrattori (e qualche amico) Netanyahu ha fatto benissimo ad accettare di intervenire al Congresso USA. Certo, non sarà diplomatico ma è senza dubbio realista. E la minaccia iraniana non ha bisogno di diplomazia per essere sventata ma di puro e semplice realismo. Ci vuole il coraggio di Netanyahu.