E’ paradossale che mentre la popolazione egiziana scende in piazza per protestare contro il regime di Mubarak, in due regimi islamici noti per le sistematiche violazioni dei Diritti Umani, Turchia e Iran, alcune organizzazioni che si definiscono “umanitarie”, sovvenzionate dai governi islamici, decidano di uscire allo scoperto non per chiedere maggiori Diritti in Egitto, ma per chiedere l’instaurazione di un regime islamico e per chiedere un allontanamento dell’Egitto dalla sua tradizionale imparzialità nei confronti di Israele.
Ieri in Turchia, senza che nessun media in Europa ne abbia parlato, due cosiddette “organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani” hanno manifestato di fronte all’ambasciata egiziana ad Ankara per chiedere l’abbattimento di Mubarak e l’instaurazione di un regime islamico in Egitto. I militanti di Association of Human Rights and Solidarity for Oppressed Peoples (MAZLUM-DER) e di Revolutionary Socialist Workers’ Party (DSİP) hanno urlato contro Mubarak e contro la sua linea politica che prevede, tra le altre cose, un rapporto di pace con Israele. Non hanno chiesto più Diritti in Egitto, non hanno chiesto la libertà di stampa in Egitto o la liberazione dei detenuti politici. No, hanno bruciato bandiere israeliane chiamando il popolo arabo a una sollevazione generale contro “i cani sionisti”. Tutto questo, fatto da “organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani” e, soprattutto, nella Turchia che vorrebbe entrare in Europa. Sempre in Turchia, è emerso che la famigerata IHH, nota per i suoi legami con svariati gruppi terroristici e per aver organizzato la cosiddetta “freedom flotilla”, da mesi raccoglie fondi a favore del partito islamico dei Fratelli Musulmani egiziani giustificando questa raccolta con la volontà di “favorire un cambiamento in Egitto”. Guarda caso in Egitto scoppia proprio una rivolta e dietro alle proteste ci sono proprio i Fratelli Musulmani. Intendiamoci, è legittimo per una organizzazione di difesa dei Diritti sovvenzionare è sostenere le azioni pacifiche di un gruppo di dissidenza in un paese straniero, lo facciamo anche noi con la dissidenza iraniana, quello che non è lecito o non è moralmente accettabile per chi sostiene di difendere i Diritti Umani è fare il tutto allo scopo di annientare fisicamente un altro popolo. La IHH e le altre “organizzazioni umanitarie” turche non sostengono la dissidenza egiziana per favorire l’insorgere di uno Stato democratico, no, lo fanno affinché si instauri un regime teocratico di tipo iraniano che possa favorire la distruzione di Israele. Tutto questo, con la difesa dei Diritti Umani, non c’entra niente.
L’altro fronte della cosiddetta lotta per i Diritti Umani in Egitto è in Iran. Lo so, è incredibile ma è così. Certo, le motivazioni sono le stesse che spingono gli “attivisti” turchi, quindi non c’è niente di nobile, ma se possibile il paradosso è ancora più evidente. Risulta ridicolo infatti che un macellaio come l’Ayatollah Khamenei, che ha avvallato la sanguinosa repressione delle proteste iraniane del dopo-voto, che ha permesso l’uccisione e l’incarcerazione di centinaia di giovani iraniani che chiedevano pacificamente più diritti, vada in TV e parli di “rivolta legittima”. Ma cosa intende per rivolta legittima l’assassino di Teheran? Lo spiega lui stesso quando dice che “in Egitto di deve instaurare un regime popolare basato sulla religione”, parole diplomatiche per dire che in Egitto si deve instaurare un regime teocratico di tipo iraniano. Lo scopo? A dirlo è sempre Khamenei che, naturalmente, non fa menzione di Diritti o di libertà ma che fa esplicito riferimento alla “rottura dell’alleanza tra il cane Mubarak e i cani sionisti”.
Insomma, dei Diritti degli egiziani non frega niente a nessuno, nemmeno tra chi in occidente sostiene la rivolta. Lo scopo, l’unico scopo, è quello di incendiare il Medio Oriente e di mettere in difficoltà Israele. Se veramente ci fosse una richiesta di Diritti in primo luogo non si cercherebbe di instaurare un regime islamico che con i Diritti Umani non avrebbe nulla a che fare. In secondo luogo la stessa richiesta andrebbe allargata al resto dei regimi islamici, dalla Siria alla Turchia, dall’Arabia Saudita per finire all’Iran. Invece, secondo diversi gruppi occidentali e arabi che in questi giorni sostengono la rivolta egiziana, l’Iran ha fatto bene a reprimere nel sangue la rivolta pacifica del Movimento Verde, la Siria fa bene a reprimerei timidi tentativi di protesta (l’ultimo proprio ieri) e la Turchia fa bene a bombardare i villaggi kurdi. Insomma è un bizzarro concetto di “difesa dei Diritti Umani” quello a cui si assiste in questi giorni. Le conclusioni le lascio trarre ai lettori altrimenti vengo tacciata di “estremismo sionista”. L’evidenza è davanti agli occhi di tutti tranne che a quelli di Obama, ma questo è un altro discorso.
Miriam Bolaffi
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